Il Signore degli Anelli, perché la saga di Tolkien è considerata di destra?
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Il Signore degli Anelli, perché la saga di Tolkien è considerata di destra?

La questione torna ciclicamente in auge perché diversi esponenti politici italiani continuano a essere molto affezionati al franchise

Il Signore degli Anelli, perché la saga di Tolkien è considerata di destra?

La questione torna ciclicamente in auge perché diversi esponenti politici italiani continuano a essere molto affezionati al franchise

perché si dice che il signore degli anelli è di destra

Esiste uno strano fenomeno tutto italiano, legato all’immaginario de Il Signore degli Anelli, e in generale all’universo fantasy di J.R.R. Tolkien. Uno che ciclicamente torna in auge, perché una specifica parte politica italiana non manca mai di adattare i propri slogan sul franchise in questione e soprattutto perché l’avvento della serie Gli Anelli del Potere è stato visto come un affronto proprio da quella stessa fazione. In Italia, infatti, Il Signore degli Anelli è considerato “di destra”. Non tanto per temi – Tolkien era un tradizionalista cattolico dichiaratamente contrario all’ideologia nazista di Hitler, che paragonò a Sauron – quanto per l’appropriazione culturale che ne è stata fatta negli anni ’70 e che ancora oggi sospinge la saga verso quel lato politico. Ma come si è arrivati a questo punto? 

Nel Regno Unito e negli Stati Uniti la saga fantasy è stata infatti considerata da subito “roba da hippie”, perché Tolkien era diventato molto popolare negli ambienti della controcultura – molti aspetti dei personaggi e del mondo rappresentato suggeriscono infatti un’ideale comunitario vicino a quella ideologia – ma quando è arrivato in Italia, è andato nella direzione opposta, nonostante l’editore italiano Rusconi, di destra, avesse messo in commercio una ristampa con una fascetta con la dicitura la bibbia degli hippies. Nel 1977, infatti, l’organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano, ovvero Il Fronte della Gioventù, organizzò un festival a Montesarchio (Benevento) al quale accorsero centinaia di giovani della destra italiana: quell’evento venne chiamato Campo Hobbit, proprio in onore delle creature protagoniste de Il Signore degli Anelli. Buona parte del motivo va rintracciato nel fatto che l’edizione pubblicata da Rusconi aveva come prefazione un breve saggio nel quale l’intellettuale Elémire Zolla sosteneva che l’intera storia andasse letta come un’antitesi tra mondo moderno e antico, tra progresso e tradizionalismo quindi.

La destra radicale italiana, emarginalizzata dopo gli anni del fascismo, si sentiva isolata e in cerca di una nuova identità e la stava trovando nelle idee del filosofo francese Alain de Benoist, secondo cui la nuova destra dovesse essere anti-modernista, anti-capitalista, contro l’immigrazione e a favore di un Europa omogenamente culturale. Aspetti che vennero rintracciati proprio nell’opera di Tolkien, che aveva anche dalla sua l’ispirazione norrena e nord-europea, immaginario di riferimento privilegiato per la simbologia neofascista. Secondo lo storico Paolo Pecere, la destra che si sentiva esclusa ha trovato nella saga terreno fertile: «Visto che Tolkien favoleggia di un passato mitico e antichissimo, ancorato alle tradizioni, ai re, l’hanno reso la loro bandiera: ma è un’operazione facile, perché un’opera letteraria non prende direttamente posizione sugli eventi storici, quindi puoi attribuirle i significati che vuoi» ha scritto in L’anello che non tiene. Tolkien fra letteratura e mistificazione.

Questo non ha impedito a diversi esponenti politici italiani di citare Tolkien e Il Signore degli Anelli anche ben dopo la fine dei Campi Hobbit: la stessa premier Giorgia Meloni in passato ha usato più volte riferimenti di questo universo nei suoi discorsi – “Quel nemico subdolo che Tolkien chiamerebbe l’anello del potere” ha detto, ricordando Giorgio Almirante e invitando a combattere le banche e i vincoli della finanza. Ora, però, la situazione sembra essersi in parte ribaltata.

Le critiche più feroci nei confronti de Gli Anelli del Potere arrivano infatti da ambienti che sostengono che la sinistra abbia “rovinato” l’immaginario, portando avanti la fantomatica agenda woke, includendo nella serie elfi neri e altre “licenze” che in qualche modo sporcherebbero il mito di Tolkien. Anche in Italia, quindi, sembra che alla fine la saga abbia fatto il giro completo, ma ancora oggi Il Signore degli Anelli è considerato da alcuni “di destra”.

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