Il Signore degli Anelli, pochi hanno notato questo impercettibile (ma fantastico) dettaglio di Galadriel
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Il Signore degli Anelli, pochi hanno notato questo impercettibile (ma fantastico) dettaglio di Galadriel

Scopriamo come un artista e stretto collaboratore di Peter Jackson ha tradotto questo speciale dettaglio dalle pagine di Tolkien all'immagine su grande schermo

Il Signore degli Anelli, pochi hanno notato questo impercettibile (ma fantastico) dettaglio di Galadriel

Scopriamo come un artista e stretto collaboratore di Peter Jackson ha tradotto questo speciale dettaglio dalle pagine di Tolkien all'immagine su grande schermo

Galadriel Cate Blanchett

Recentemente Cate Blanchett ha rilasciato dichiarazioni a dir poco esilaranti riguardo i veri segreti che si nascondono dietro le quinte di una tra le saghe cinematografiche più celebri, seguite e amate del nuovo millennio: Il Signore degli Anelli di Peter Jackson. In questo articolo vi avevamo già riportato le sue rivelazioni, tanto ironiche quanto virali: «Sono stata pagata in sandwich!». Ma quanto al suo personaggio, Lady Galadriel, oggi affronteremo una prospettiva del tutto diversa. Perché quel nome, Galadriel, risuonava nel cuore e l’immaginazione di milioni di lettori, fan ed estimatori di Tolkien ben prima che l’attesissimo primo  adattamento per il grande schermo dell’era contemporanea arrivasse materialmente nelle sale cinematografiche. E così oggi scopriamo come un particolare dettaglio di questa incomparabile figura femminile, outstanding nella pagina letteraria come nei frame interpretati da Cate Blachett, sia stato volutamente sottolineato dal cineasta neozelandese e in linea generale dagli autori della saga ai più diversi livelli.

In termini di linguaggio audiovisivo, Cate Blanchett nella parte di Galadriel doveva “essere speciale” agli occhi di ogni tipologia di spettatori sparsi nel mondo. E per ottenere questo risultato, la chiave di volta non potevano che essere a loro volta gli occhi. Gli osservatori più attenti hanno infatti notato già alle prime proiezioni e poi di seguito attraverso i decenni e le diverse edizioni e ri-edizioni sempre destinate ai cinema oppure al mercato home video, dall’era dei dvd a quella dei blu-ray e oltre. Tra i riflessi e i bagliori negli occhi e lo sguardo dell’attrice – nata a Melbourne nel 1969, Oscar per The Aviator di Martin Scorsese e Blue Jasmine di Woody Allen, nonché quarta star nella classifica delle attrici più volte candidate agli Academy Award nella Storia del Cinema intera – quei piccoli punti luminosi non sono assolutamente casuali. Al contrario, uno dei grandi nomi del cast tecnico selezionato da Peter Jackson per la produzione de Il Signore degli Anelli in Australia e Nuova Zelanda ha rivelato come questa sia stata una scelta deliberata, ispirata da un dettaglio presente nei romanzi firmati da Tolkien, quindi tramutata in una particolare serie di scelte a livello tecnico e tecnologico.

Parliamo di Andrew Lesnie – Direttore della Fotografia impegnato anche sul campo dall’orchestrazione delle illuminazioni naturali o elettriche al ruolo materiale di operatore alla macchina da presa – premiato con il suo primo Oscar proprio in virtù del suo lavoro nel primo capitolo della saga, Il Signore degli Anelli – La Compagnia dell’Anello nel 2002. Il D.O.P. australiano, nato nel 1956 e deceduto nel 2015 all’età di soli cinquantanove anni, resta per molti un nome leggendario, una figura artistica di riferimento, aldilà di qualunque iperbole, qualunque termine si usi ormai nel linguaggio del web e i social per descrivere un Maestro. E riguardo Cate Blanchett e la sua Galadriel, aveva già deciso di raccontare i retroscena e le specifiche tecniche di questo incantevole artificio nei contenuti speciali delle edizioni in home video dello stesso Fellowship Of The Ring. Un verso particolare scritto da Tolkien li aveva ispirati a creare con mezzi analogici e digitale i piccoli punti di luce che vediamo negli occhi del personaggio e dell’attrice. Un verso che in lingua originale allude proprio alla natura dell’Elfa, e soprattutto alle sue facoltà magiche, estese ben oltre i normali confini dello spazio e del tempo: “were keen as lances in the starlight, and yet profound, the wells of deep memory”.

E voi che ne pensate? Avevate notato questo dettaglio nei film? Diteci la vostra, come sempre, nei commenti.

Fonte: CBR

 

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