Tra i personaggi più detestati e allo stesso tempo più compatiti de Il Signore degli Anelli c’è sicuramente Gollum, la creatura più ambigua e complessa della saga, allo stesso tempo vittima del potere dell’Anello, ma anche antagonista dei due eroi, Frodo e Sam. Un personaggio così interessante che presto lo rivedremo sul grande schermo nella nuova serie di film diretti da Andy Serkis.
Come raccontato sia nei libri che nell’adattamento cinematografico di Peter Jackson (e più precisamente nel Ritorno del re), la creatura era inizialmente uno hobbit di nome Sméagol, che trova per caso l’Unico Anello mentre sta pescando in compagnia del cugino Déagol. Da lì comincia la sua follia: è talmente assoggettato e affascinato dall’oggetto da diventarne del tutto dipendente, al punto da uccidere il cugino e ritirarsi a vivere nascosto nelle caverne delle Montagne Nebbiose, dove protegge il suo “tesoro” per ben cinquecento anni, dimenticato da tutti.
Il suo soprannome, “Gollum”, nasce proprio nel periodo in cui viene allontanato dalla gente del suo villaggio a causa della sua ossessione per l’Anello. Ma che significato nasconde questo nomignolo?
Nel romanzo Lo Hobbit, scritto prima de Il Signore degli Anelli, Tolkien ci dà una spiegazione ufficiale: è una parola dispregiativa, con cui i suoi concittadini lo deridono a causa della sua abitudine di produrre un “orribile rumore di gola” quando parla. Tuttavia, essendo l’autore un linguista e glottologo, nel corso degli anni i fan si sono chiesti se il nome “Gollum” avesse un significato più preciso o potesse fare riferimento a un termine in una lingua conosciuta.
Le teorie sono principalmente due, avanzate da Douglas Anderson nelle note del testo The Annotated Hobbit. La prima sostiene che “Gollum” derivi dalla parola in lingua norrena “gull”, che significava “oro” (e da cui deriva il moderno “gold”, in inglese). Per estensione, “gull” può significare anche “tesoro” o in generale “qualcosa di prezioso”: un riferimento che potrebbe non essere casuale, visto che è proprio così che Sméagol chiama l’Anello. Proprio ne Lo Hobbit, Tolkien specifica poi che Gollum non fosse solito chiamarsi col suo soprannome. Si riferiva bensì a sé stesso con l’espressione “il mio tesoro”, di fatto sovrapponendosi all’Anello come se fossero un’unica entità. Questo sembrerebbe confermare la teoria.
La seconda collega il personaggio al golem, figura immaginaria della mitologia ebraica. Il suo nome significa “materia grezza”, o “massa priva di forma”, qualcosa insomma di natura infima. Anche qui ci sono diverse corrispondenze. Innanzitutto, il golem è un umanoide schiavo di un potere superiore. In alcune leggende originali era inoltre in grado di diventare invisibile grazie all’utilizzo di una collana magica; infine, nelle reinterpretazioni moderne il gigante è una punizione inferta ad alcuni alchimisti rei di essere stati troppo avidi e ambiziosi, proprio come Sméagol quando reclama per sé l’Unico Anello.
C’è da sottolineare, tuttavia, che al tempo della stesura de Lo Hobbit Tolkien non era particolarmente concentrato sugli aspetti linguistici come è avvenuto poi con Il Signore degli Anelli. È possibile quindi che si tratti soltanto di teorie e che la vera risposta sia, banalmente, quella da lui stesso fornita proprio tra le pagine del romanzo.
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