Il Signore degli Anelli è giustamente considerato uno dei più grandi capolavori del cinema ma, come ben sappiamo, perfino le opere più amate non sono esenti da errori. La trilogia di Peter Jackson, con un cast stellare che include Elijah Wood, Ian McKellen, Viggo Mortensen e Cate Blanchett, ha conquistato milioni di spettatori e ottenuto ben 17 Oscar su 30 nomination. Tuttavia, nonostante il successo e l’influenza della saga, ci sono alcuni difetti che continuano a far storcere il naso ai fan.
L’adattamento degli imponenti romanzi di J.R.R. Tolkien sul grande schermo ha comportato inevitabili modifiche e omissioni rispetto al materiale di partenza: uno degli errori più criticati riguarda, a sorpresa, l’uso delle aquile, qualcosa che nemmeno la magia di Jackson è riuscita a colmare.
Andiamo con ordine: nel film La Compagnia dell’Anello, Gandalf viene imprigionato a Isengard dopo lo scontro con Saruman, ma riesce a fuggire chiamando un’aquila in suo aiuto. Successivamente, ne Il Ritorno del Re, lo Stregone invoca nuovamente queste creature per salvare Frodo e Sam dal Monte Fato, proprio mentre il vulcano sta eruttando. Questi momenti hanno lasciato molti spettatori a chiedersi perché le aquile non siano state impiegate già dall’inizio per trasportare Frodo al Monte Fato, rendendo il viaggio più semplice e sicuro. Anche se i maestosi rapaci non avrebbero potuto gettare direttamente l’Anello nella lava, sarebbero comunque riusciti ad aiutare la Compagnia in vari momenti critici, come l’attraversamento delle Montagne Nebbiose o, semplicemente, cercare di evitare i pericoli di Moria. L’uso limitato delle aquile, così come la magia di Gandalf, sembra quindi privo di una vera spiegazione, e ha lasciato ai fan il dubbio sul perché siano state sfruttate così poco.
Questo non è comunque l’unico “difetto” che gli spettatori hanno notato inerente delle creature animalesche. In Le due torri, Faramir cattura Frodo, Sam e Gollum e li porta a Osgiliath, l’ultima linea di difesa di Gondor contro Mordor. Mentre il gruppo di Faramir si unisce alle forze che tentano di proteggere la città in rovina, un Nazgûl attacca. Il nostro hobbit, come in trance, sale su una torre e, senza apparente controllo di sè, mostra l’Unico Anello al Nazgûl, sul punto di infilarselo al dito. Sam arriva giusto in tempo per trascinarlo via, salvandoli entrambi dal mostro alato del Nazgûl: si tratta del secondo incontro diretto tra Frodo e i Nazgûl dopo quello ne La Compagnia dell’Anello, ma questa scena presenta degli evidenti problemi.
Non è sorprendente che Frodo non riesca a controllare le sue azioni, dato il potere dell’Anello. Ciò che appare invece insensato è il comportamento del Nazgûl: la creatura è abbastanza vicina da vedere chiaramente che Frodo sta mostrando l’Unico Anello e sta per indossarlo, eppure, non reagisce. Il fatto che l’oggetto si trovi a Gondor, al confine con Mordor, avrebbe dovuto allertare Sauron e i suoi servitori, che avrebbero potuto facilmente recuperarlo. Al contrario, la battaglia continua come se nulla fosse successo, rendendo la scena priva di conseguenze e apparentemente insignificante ai fini della trama.
Cosa ne pensate? Vi ricordate altri errori della trilogia di Peter Jackson? Fatecelo sapere nei commenti!
Fonte: Collider
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