Il Trono di Spade 3: onore e morte nell'episodio Kissed by Fire. Leggi il recap
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Il Trono di Spade 3: onore e morte nell’episodio Kissed by Fire. Leggi il recap

Gli intrighi della serie più scaricata dell'anno si infittiscono sempre di più

Il Trono di Spade 3: onore e morte nell’episodio Kissed by Fire. Leggi il recap

Gli intrighi della serie più scaricata dell'anno si infittiscono sempre di più

[Attenzione: per chi non avesse ancora visto gli episodi americani, questo recap contiene degli SPOILER]

Sul mantra del Signore della Luce «For the night is dark and full of terrors» si apre il quinto episodio, con il duello tra il Mastino e un Ser Beric Dondarrion dotato di spada fiammeggiante che nonostante questa non riesce a prevalere su Sandor Clegane, facendosi ammazzare. Ma niente paura: come fornisce demoni per figli, il Signore della Luce offre anche resurrezioni a chi cade al suo servizio, con l’appropriato lucky drunk per formulare l’incantesimo. Tutti felici quindi, tranne Arya Stark (l’idillio del pane a forma di lupo non poteva durare poi molto) che rischia di perdere anche Gendry e capisce di essere ancora una volta un ostaggio.

Chi se la passa sorprendentemente bene è Jon Snow: certo, non sarà una star come Podrick, ma Ygritte sembra aver apprezzato «That thing you did with your mouth» nella caverna/spa/centro massaggi dei bruti. Libero dal suo voto di castità può liberarsi anche del fardello della verginità, smentendo tutti sul tormentone You know nothing Jon Snow: qualcosa la sa anche lui e apparentemente anche bene.

Stannis Baratheon, abbandonato da Melisandre, ci fa incontrare la moglie Selyse, che oltre ad essere una fanatica religiosa è anche completamente pazza: si auto-incolpa dei tradimenti del marito e conserva i feti dei figli morti in diversi vasi. Creepy.

La figlioletta Shireen sembra una bambina dolce desiderosa di amici ma ops, è sfigurata. Stannis, iniziamo a capirti. Invece i piccoli Lannister prigionieri di Robb Stark vengono barbaramente uccisi da Lord Karstark in cerca di vendetta, causando l’ira di King in the North che può scegliere nella risoluzione del problema tra l’essere ragionevole e l’essere onorevole: essendo figlio di suo padre sceglie l’onore e di conseguenza perde metà esercito, tagliando la testa a Lord Karstark. Ned Stark è morto da due due stagioni, ma fa ancora danni.

Consegnati a Lord Bolton, Jaime Lannister e Brienne sono protagonisti della scena più toccante della puntata: dopo essersi fatto strappare gli inutili brandelli di carne dal moncherino, the Kingslayer racconta la sua verità sull’assassinio del Re Folle e sul nome che da allora gli è stato affibbiato. Parrebbe che Jaime – My name is Jaime – abbia infranto il suo giuramente per salvare migliaia di innocenti: Kingslayer, la tua sorella incestuosa non ti merita.

Danaerys nel frattempo è in marcia con il suo nuovo esercito (no dragonnnsss), mentre i rapporti tra i suoi due luogotenenti non si indirizzano verso una pacifica convivenza: tra Barristan e Ser Jorah sono scintille per un posto al sole al fianco della khaleesi. E pensare che era partito tutto con un bello scambio di racconti tra veterani.

Dove il gioco si fa veramente duro è King’s Landing: se la matematica ci dice che Olenna Tyrell + Tyrion = win, il premio per la genialità va ancora una volta a Ditocorto (epic win il prostituto-scudiero per Loras), quello per la sfortuna a Sansa (sali su quella barca, pazza!) e quello per la crudeltà al capobranco Lannister.

Quello che importa a Tywin è l’onore della famiglia, il nome dei Lannister, e la sua progenie non ha brillato in quel campo: per punire i suoi figli e nel frattempo assicurare stabilità al trono, Tywin decide che Tyrion dovrà sposare Sansa (!) mentre Cersei andrà in moglie a Loras (!!!).

Attendiamo l’espressione di Sansa, che era ad un passo dallo sposare il gay dei suoi sogni.

LANNISTERSSS!

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