Rispettando l’ormai consolidata tradizione dello scioccante nono episodio, The Rains of Castamere sconvolge i neofiti e soddisfa i lettori, portando sulla schermo quella che è ritenuta essere la scena più terribile dell’opera di George Martin. Se siete arrivati a questo episodio spoiler-free, ringraziate Dei Antichi e Nuovi e sotto con i fazzoletti; se pensavate che il matrimonio della scorsa puntata fosse assurdo, ora lo starete rivalutando.
Prima del massacro del secolo però, assistiamo alla mancata reunion tra i due piccoli Stark e Jon Snow: il bastardo di Ned è con i bruti all’attacco delle terre oltre la barriera, ma non avendo mai tradito realmente i Corvi, cerca di salvare un povero allevatore di cavalli dalla furia dei suoi compagni. Il vecchio fugge proprio presso il mulino nel quale si sono rifugiati Bran e Rickon, con tutti i bruti alla calcagna: spaventato dai tuoni Hodor (Hodor!) rischia di farli scoprire, ma incredibilmente Bran riesce ad entrare nella sua mente e calmarlo. O mandarlo in coma, non è chiaro. A Jon viene comandato di giustiziare il vecchio, ma non potendolo fare è costretto a lasciare l’identità sotto-copertura, uccidendo Orell bullandosi senza moderazione («You were right the whole time») e fuggendo dopo l’attacco dell’aquila del bruto: in questo è aiutato da Bran, che entra anche nella mente del suo meta-lupo e contribuisce alla fuga di Jon. Ygritte is not pleased.
Dall’altra parte del mondo Danaerys è alle prese con la conquista di Yunkai e con la sua cotta adolescenziale per Daario Naharis: quest’ultimo, Verme Grigio e Sir Jorah vanno da soli alla conquista della città, tornando vittoriosi dopo un incredibile combattimento che consegna la città alla Regina, preoccupata della sorte del bel capitano. Sir Jorah is not pleased.
Robb Stark e l’interezza del suo esercito giungono finalmente presso le Torri Gemelle, dove avrà luogo il matrimonio (sì, un altro) tra Edmure Tully e una delle figlie di Lord Frey, per assicurare a King in the North le armate necessarie ad assaltare Castel Granito e sconfiggere i Lannister. Se l’operazione non dovesse riuscire, «We’ll lose the war and die the way father died… or worse»: il karma non era inquadrato, ma stava ridendo tantissimo nell’ombra della tenda.
Robb si scusa con le figlie e nipoti di Walder Frey, elencate da quest’ultimo come noi elenchiamo i Sette Nani, per aver infranto la promessa e sposato un’altra.
Dimostrandosi cintura nera di viscidità, Walder Frey si produce in apprezzamenti da gentiluomo sulla giovane regina ed acconsente allo sposalizio: una volta svelato che Roslin Frey non è un mostro come le sorelle e che a Edmure non è andata poi tanto male, la cerimonia procede gioiosamente, fino a quando i musici non attaccano The Rains of Castamere, inno dei Lannister e momento di svolta dell’episodio e probabilmente della saga intera.
Lord Frey non ha per nulla perdonato gli Stark e come Roose Bolton si è fatto comprare da Tywin Lannister: la carneficina ha inizio con l’omicidio di Talisa e del suo bimbo non ancora nato, al quale assiste Robb colpito da più frecce. Inutilmente Catelyn cerca di trattare per la vita del figlio, assassinato da Sir Bolton, e finisce con la gola tagliata nel caos, come il resto dell’armata Stark.
Arya, che era giunta nei pressi delle Torri Gemelle con il Mastino, viene da questo tratta in salvo dal massacro, dopo aver assistito all’uccisione di Vento Grigio, il metalupo di Robb.
Lord Tywin si sbarazza degli Stark senza nemmeno impiegare un esercito: Joffrey sarà anche sul Trono di Spade, ma il comando è di un uomo solo.
NO MORE STARKSSS!
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