Il Trono di Spade, Carlo Freccero risponde alle accuse: «Brutalità e sessualità, ma non pornografia»
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Il Trono di Spade, Carlo Freccero risponde alle accuse: «Brutalità e sessualità, ma non pornografia»

Il direttore di Rai 4 replica all'attacco dell'AIART contro la serie fantasy HBO, la cui prima stagione è trasmessa in chiaro dal 2 maggio

Il Trono di Spade, Carlo Freccero risponde alle accuse: «Brutalità e sessualità, ma non pornografia»

Il direttore di Rai 4 replica all'attacco dell'AIART contro la serie fantasy HBO, la cui prima stagione è trasmessa in chiaro dal 2 maggio

Secondo round dello scontro tra l’AIART e Rai 4 per Il Trono di Spade. Alle accuse di pornografia e depravazione mosse dall’associazione degli spettatori cattolici contro la serie HBO, risponde a tono, tramite un comunicato stampa, Carlo Freccero, il direttore di Rai 4, che dal 2 maggio scorso trasmette la prima stagione del fantasy ogni giovedì alle 21:

«In realtà gli autori si sono impegnati non solo a ottenere ampi riscontri di pubblico, ma pure a guadagnare o a concorrere fino alle fasi finali, dei principali premi della TV Americana e fantastica. La prima stagione per esempio ha vinto lo Hugo Award e il più antico e prestigioso Peabody Award con queste motivazioni: “Il Trono di Spade va molto al di là di un fantasy di routine, provocando domande sull’essenza del potere e dell’impotenza, sul desiderio di regnare e sull’atto stesso del regnare”. Senza poi contare i moltissimi riconoscimenti tecnici e al cast ottenuti, oltre alle nomination come miglior serie drammatica ai Golden Globes e agli Emmy Awards. Ha ricevuto attenzione da parte di vari studiosi che gli hanno dedicato pubblicazioni filosofiche, ed è universalmente riconosciuta come uno dei vertici assoluti della Tv di Qualità. Certo affronta contenuti adatti a un pubblico maturo, e come tale viene trasmessa da Rai4, con tanto di bollino rosso e alcuni tagli per il passaggio in prima serata. La brutalità e la sessualità del Trono di Spade non hanno però lo scopo di titillare o traviare il pubblico, ma di trattare il mondo diegetico con il realismo imposto dal racconto in modo relativamente inedito per il genere fantasy. Senza le situazioni criticate da AIART, il senso di pericolo e la descrizione delle pulsioni dei protagonisti verrebbero a mancare, falsando completamente il ritratto, fantastico ma verosimile di uno spietato gioco di corte pseudo-medievale. Sarebbe come chiedere di rimuovere dalla mitologia le azioni più crudeli degli Dei o di espungere dalle tragedie greche i passaggi più violenti, come la morte di Clitennestra nelle Coeffore di Eschilo».

In un’intervista telefonica con Margherita Corsi di Vanity Fair, inoltre, Freccero ha dichiarato: «Su questa serie ci sono decine di pubblicazioni e corsi di filosofia nelle università americane, come si fa a definirla pornografica?». Poi ha attaccato direttamente Luca Borgomeo, presidente dell’AIART: «Borgomeo mi odia perché faccio una televisione libera e non talebana. Ma io lo perdono, e prego per lui. Quando sento queste cose capisco il dramma delle persone condannate dai fondamentalisti».

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