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Il trono di spade, Drogon è veramente l’ultimo drago rimasto a Westeros?

Con la fine della dinastia Targaryen, l'universo fantasy di Martin ha detto addio anche ai draghi? Un dettaglio nascosto sembrerebbe riaccendere la speranza

Il trono di spade, Drogon è veramente l’ultimo drago rimasto a Westeros?

Con la fine della dinastia Targaryen, l'universo fantasy di Martin ha detto addio anche ai draghi? Un dettaglio nascosto sembrerebbe riaccendere la speranza

Il trono di spade: Daenerys e Drogon

Tra i tanti misteri lasciati irrisolti dal finale di Il trono di spade c’è il destino di Drogon, il drago di Daenerys Targaryen. Lo vediamo per l’ultima volta nella scioccante scena della morte della regina per mano dell’amato Jon Snow, quando il drago solleva il suo corpo senza vita e vola via in direzione di Volantis, una città di Essos fondata dagli antichi Valyriani.

Da lì in poi, si perdono le tracce di entrambi, cosa che ovviamente ha fatto emergere tra i fan le teorie più fantasiose. Accanto a chi sostiene che Daenerys sia poi tornata in vita grazie al potere delle sacerdotesse di R’hllor, c’è anche chi ipotizza che Drogon abbia ripopolato Westeros, dando vita a una nuova stirpe di draghi. E un dettaglio dai libri renderebbe quest’ultima opzione effettivamente possibile.

Ma facciamo un passo indietro. Nell’universo fantasy di Il trono di spade, i draghi sono strettamente collegati all’esistenza della magia a Westeros. Come ci viene raccontato in House of the Dragon, la loro estinzione è iniziata con la guerra chiamata Danza dei Draghi: dopo quell’evento, le creature rimaste sono state poche e cresciute principalmente in cattività. Almeno fino alla schiusa miracolosa delle uova di Rhaegal, Viserion e Drogon, pietrificate da tempo e riportate in vita magicamente da Daenerys.

C’è però un dettaglio omesso dalla serie Tv che potrebbe cambiare tutto. Nello show HBO, infatti, i draghi vengono chiamati sempre al maschile: sia i nomi che i pronomi con cui la loro “madre” si riferisce a loro sono infatti maschili. Tuttavia, i libri affermano chiaramente che nell’universo di George R.R. Martin i draghi sono ermafroditi. Lo conferma il Maestro Aemon a Samwell Tarly nel quarto romanzo, durante la discussione sulla profezia del “principe che fu promesso”, affermando: «La traduzione era sbagliata. I draghi non sono né maschi né femmine, ma ora l’uno e ora l’altro, intercambiabili come le fiamme».

Ovviamente, questo non ci dà informazioni precise su come funzioni la riproduzione di queste creature nell’universo di Game of Thrones. Ma, se non altro, conferma che esiste una possibilità che Drogon dia vita a una nuova stirpe. Data la loro natura fluida, infatti, non si esclude che i draghi di Daenerys abbiano deposto delle uova (per esempio quando si trovavano imprigionati nelle segrete a Meereen). O ancora, un drago potrebbe essere in grado di riprodursi autonomamente per partenogenesi, come molte altre specie ermafrodite. C’è poi da ricordare che non tutto il mondo di Il trono di spade è stato esplorato nella serie o nei libri: è possibile anche che nei luoghi visitati da Arya Stark durante le sue esplorazioni si trovino altre uova fossilizzate, come quelle di Daenerys.

La domanda, probabilmente, resterà irrisolta, a meno che HBO non decida di realizzare un sequel o che Martin non chiarisca la questione nella conclusione della saga letteraria. Di certo, alla fine dello show televisivo tutto sembra indicare che Drogon sia l’ultimo drago rimasto, e che con lui muoia anche la magia riportata a Westeros da Daenerys. Dopotutto, i draghi sono legati indissolubilmente al sangue dei Targaryen, e con la scomparsa della regina e l’esilio di Jon Snow tutto sembrerebbe perduto. Ma sarà davvero così?

Fonte: Screen Rant

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