Il Trono di Spade, orsi, guerre e matrimoni nell'episodio The Bear and the Maiden Fair. Leggi il recap
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Il Trono di Spade, orsi, guerre e matrimoni nell’episodio The Bear and the Maiden Fair. Leggi il recap

La puntata è stata scritta dallo stesso autore della serie fantasy, George R. R. Martin

Il Trono di Spade, orsi, guerre e matrimoni nell’episodio The Bear and the Maiden Fair. Leggi il recap

La puntata è stata scritta dallo stesso autore della serie fantasy, George R. R. Martin

[Attenzione: per chi non avesse ancora visto gli episodi americani, questo recap contiene degli SPOILER]

Il settimo episodio, scritto da George R.R. Martin in persona, prende il titolo da una popolare canzone dei Sette Regni e illustra gli spostamenti sullo scacchiere, fisico o meno, di tutti i personaggi.

Jon Snow, ormai al di qua della Barriera, procede la sua avanzata verso Castel Black insieme ai bruti, racimolando minacce di morte da Orell e consigli sul sesso da Giantsbane, tramite variopinte metafore sugli animali del nord, alla faccia di Piero Angela. Ha anche l’occasione di mettere in guardia Ygritte dal destino che li attende se dovessero veramente muovere guerra, poiché dei sei attacchi perpetrati in mille anni, nessuno ha avuto successo… per non parlare del fatto che scambiano mulini abbandonati per palazzi.

King Robb in the North, in viaggio verso il matrimonio dello zio Edmure con una delle figlie di Walden Frey, scopre che avrà presto un erede (o forse due, spera lui) e si intrattiene piacevolmente con la moglie Talisa mentre infuria la tempesta. So far, so good.

Spostandosi a sud, alle porte della capitale, Melisandre svela a Gendry la sua identità di figlio del defunto Re Robert, mentre in un clima da commedia romantica, Sansa parla con Margaery del suo matrimonio con Tyrion, laddove quest’ultimo ne discute con Bronn. Entrambi i confidenti sembrano avere consigli validi su come approcciare la vicenda, ma la più convincente è sicuramente Margaery: se io posso sposare lo psicopatico adolescente, tu puoi sposare il nano bravo a letto. Indeed.

Non altrettanto semplice è per Tyrion spiegare a Shae le ragioni dell’unione, promettendole cose che non desidera pur rendendosi conto di essere solo una pedina nel gioco dei troni ormai diretto solamente da suo padre, Hand of the King.

Tywin Lannister infatti dimostra di avere in pugno il regno nel dialogo con King Joffrey, torreggiando su di lui nonostante questo sia seduto sul Trono di Spade e minimizzando la necessità di governare del re. A questo punto però, complice forse la sua fascinazione per i Targaryen e la loro follia (ma và?), solo Joffrey sembra aver capito che Danaerys e i suoi draghi potrebbero rappresentare un reale pericolo per Westeros. Go Joffrey!

La madre dei dragonnnsss (sempre più grandi!), giunta alle porte di Yunkai, altra città di schiavisti, offre la sua personalissima versione della negoziazione con il delegato Razdal, la quale prevede che lei possa promettere ed onorare i patti stabiliti, mentre i suoi draghi no. Not bad, e che guerra sia.

L’occhio di bue della sfortuna continua invece ad illuminare i destini di Arya e Theon Greyjoy: la prima fugge dalla Confraternita senza Vessilli solo per finire immediatamente nelle mani del tanto odiato Mastino (seriously?), mentre il secondo, dopo l’ennesima tentazione offerta dall’ex arciere misterioso ora conosciuto come psicopatico con la tromba, rischia di perdere la cosa a cui tiene di più al mondo: il suo pene. Oops.

La parte più emozionante giunge però nel finale, quando il titolo dell’episodio acquista senso: finalmente libero e sulla via per King’s Landing, Jaime comprende che la fair maiden Brienne, rimasta sola a Harrenhall, non avrà lunga vita né la virtù intatta e decide di tornare sui suoi passi, trovandola però in un iniquo incontro gladiatorio contro un gigantesco orso, armata solo di una spada di legno. Si lancia così nell’arena di Locke, senza armi e senza mano, frapponendosi tra Brienne e la bestia, salvandola da morte certa e recuperando un po’ del suo onore.

Anche Westeros ha il suo principe azzurro.

BEARRRSSS!

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