Premessa storico-cinefila. Nel 1977 esce il primo film di Ridley Scott. Si chiama I Duellanti e prevede alcune sequenze di guerra (siamo in epoca napoleonica), ma il budget è troppo basso per potersi permettere i figuranti necessari a una scena di massa. Scott la risolve così: se deve inquadrare un accampamento militare in aperta campagna, lo inquadra mettendo la macchina da presa all’interno di una grotta. Così facendo restringe l’orizzonte e gli bastano due o tre soldati per dare l’idea di un esercito. I duellanti ha le scene di guerra con meno attori che io ricordi. Fino al Trono di Spade.
Il Trono di Spade è fatto tutto così.
Si parla di città gigantesche, ma si gira dentro mense e prigioni.
Si parla di eserciti sterminati, ma vedi raramente più di quattro soldati straccioni. Ovviamente ci sono delle eccezioni, ma sono eccezioni.
Tutta la faccenda mi è sempre sembrata accettabile fino a ieri, quando ho visto The Watchers on the Wall.
I 100.000 Bruti di Mance, ai due lati della Barriera, sono infatti così composti:
– Ygritte
– Tormund
– Serse di 300
– Due o tre sosia di Serse di 300 (uno dei quali con le lenti appannate)
– 2 giganti
– 1 mammuth
Totale 9.
Voto a Ygritte che rovina la storiella zoofila di Tormund impedendogli di fraternizzare con Serse: 4. Mi è sembrata una cattiveria gratuita, povero Tormund.
Il problema è anche di ordine narrativo. Quando fai scontrare molti con pochi, o tanti con uno, devi fare a turni, altrimenti casca il palco. I Bruti sono 100.000, ma attaccano – diciamo – in 23 alla volta. Quando il gigante apre il portoncino blindato, dove sono finiti tutti? E Mance dove sta?
Ad ogni modo.
Spulciando i social serpeggia una certa delusione. Mi sono fatto l’idea che la fanbase del Trono di Spade si divida in prima approssimazione in due gruppi: quelli a cui interessano solo le faccende dei Lannister (Team Lannister) e tutti gli altri (Team Jonsnò, Team Khaalesi, eccetera). È abbastanza semplice: tutti i personaggi del serial sono persone orrende o hanno un certo grado di ambiguità, tranne Jonsnò e Daenerys. Loro sono bravi.
Io sono Team Lannister, e una puntata così mi mette a dura prova, specie dopo le emozioni brutali della 4×8.
Voto a Team Jonsnò: ognuno ha i suoi gusti (Quin non ti arrabbiare, eh).
Il recap vero e proprio stenta a decollare perché la struttura è diversa dal solito. Una sola sequenza – Infuria la battaglia! – molte scene.
– Sam cavilla con Jonsnò sul contratto dei Guardiani della Notte perché prima o poi vorrebbe pomiciare con Gilly.
– Gufo.
– Bruti al falò: Tormund sostiene di aver fatto sesso con un’orsa di nome Sheila, Ygritte non lo fa parlare, i cannibali sono scettici.
– Mastro Aemon si rivela un vecchietto romantico, io ho la seria tentazione di spegnere tutto e andarmene a letto.
– Arriva Gilly, Sam alza la voce per aprirle il portoncino non blindato.
– Gufo.
– Corno.
– Ser Alliser vede arrivare il mammuth: “Forse avremmo dovuto mettere le cianfrusaglie in corridoio”.
– Battaglia.
– Ygritte Legolas.
– Sam nasconde la fidanzata in macelleria.
– Mammuth e giganti.
– All’improvviso, l’incoscienza: la prima linea dell’esercito dei Bruti urla tipo Tarzan mentre frecce infuocate gli cadono addosso falcidiandoli.
– Discorso motivazionale di Ser Alliser: “Volete riempire lo stomaco di un Thenn, questa notte?”
– Altra gente in macelleria.
– Sam uccide Serse con la balestra ma poi scopro che non è Serse.
– Alliser fa una brutta fine.
– Il gigante apre il portoncino blindato e poi boh.
– Sei Bruti sul lato nord si prendono un’ancora in testa mentre si arrampicano sul ghiaccio.
Pausa. Voto fin qui: 6 politico.
A questo punto Jonsnò entra nel vivo della battaglia, cioè scende al piano di sotto, dove i 23 Bruti del primo turno, quelli del lato sud – ovvero Serse, Ygritte, Tormund e gente a caso – si fanno a pezzi con i Guardiani. Qui il regista spende un complesso piano sequenza: la macchina da presa aleggia per Castel Black mostrando dove sono i vari protagonisti e soprattutto che in giro c’è pochissimo gente, roba che se fosse una festa non finirebbero nemmeno le pizzette.
Voto al virtuosismo gratuito ma bello: 8.
E finalmente: Jonsnò contro Serse, quello vero. È impossibile che la tenzone regga il confronto con Vipera contro Montagna, quindi parto prevenuto. Jonsnò prende una facciata su un’incudine che se non fosse lui avremmo già pezzi di cranio per tutta la Barriera. Invece si ripiglia a tempo di record e risolve la questione con un martello.
Voto al duello: 6, niente di che.
Ma voto all’espressione di Serse con un martello conficcato in testa: 7, buffo.
Ed eccoci al nocciolo di tutta la faccenda. Ygritte. Tiene sotto tiro Jonsnò ma esita, e così si fa infilzare dal bimbo a cui Serse aveva mangiato i genitori. Ora: non più tardi di una puntata fa Ygritte andava in giro ad ammazzare innocenti a Città della Talpa (se ne vanta pure durante il falò), quindi che l’orfano la faccia fuori mi sta, francamente, benissimo.
Però Ygritte muore fra le braccia di Jonsnò pronunciando l’immortale battuta “You know nothing, Jonsnò” e io per un attimo me la ricordo legata come un salame a dormire sotto le stelle e a prendere in giro il povero bastardo che non riesce a trattenere un’erezione. Quindi un nodino alla gola salta fuori.
Voto celebrativo finale a Ygritte, la ragazza con i capelli rossi che digrignava i denti per apparire tosta: 8.
Poi. Tormund viene riempito di frecce, ma resta in piedi. Jonsnò lo dà per spacciato e gli si avvicina moltissimo, quindi deduco che non ha saputo niente delle dinamiche con cui si è conclusa la rissa tra Oberyn e la Montagna. Per sua fortuna non accade quel che temo e Tormund viene portato via per essere interrogato.
Voto all’incoscienza di Jonsnò: 3. Che paura.
Finale con Sam che immagina la fine che farà Jonsnò quando si presenterà a Mance con in mano un rametto di ulivo: “Ti faranno bollire, ti scuoieranno vivo, ti tortureranno per giorni”.
Jonsnò comunque va.
E intanto io mi auguro caldamente che il Season Finale sia parecchio meglio di questa 4×9.
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