Tante le critiche arrivate nei confronti di Quentin Tarantino dopo l’uscita di un’intervista al New York Times in cui Uma Thurman ha raccontato di un drammatico incidente avvenuto sul set di Kill Bill per via della grande insistenza con cui il regista l’avrebbe forzata a guidare un’automobile non totalmente sicura.
Sappiate, però, che Tarantino non solo sapeva dell’uscita di quell’articolo, ma che ha anche aiutato l’attrice nella rivelazione della storia! Ha dichiarato l’autore: «Sapevo che quell’articolo stava per arrivare. Uma e io ne abbiamo parlato per un lungo periodo di tempo, decidendo come l’avrebbe fatto. Voleva fare chiarezza su cosa sia successo in quello schianto dopo tutti questi anni». Sappiamo già che la Thurman ha poi pubblicato il footage dell’incidente su Instagram, e stando a Quentin, era una cosa di cui la nostra sentiva un gran bisogno: «C’è questo elemento di chiusura. Perché Harvey Weinstein le negò anche solo di vedere il filmato».
Nel ripercorrere il giorno dell’incidente, Quentin ha raccontato che «nessuno lo considerava nemmeno un numero di stunt. Si trattava solo di guidare. Sono sicuro che non fossi arrabbiato. Non ho fatto irruzione nella roulotte di Uma urlandole di salire sulla macchina». Lo schianto, comunque, mise in grande difficoltà la loro relazione: «Ci ha scossi per i successivi 2 o 3 anni. Non è che non parlassimo più, ma si era rotta la fiducia». Stando al cineasta, dopo alcuni anni lui e la sua musa sono comunque riusciti a riallacciare il forte rapporto che avevano prima, ribadendo che se davvero fossero ancora stati in litigio come diversi media hanno riportato, allora lui non le avrebbe dato una mano con la sua storia del Times.
Riguardo Harvey Weinstein, invece, sappiate che Tarantino era stato avvisato della molestia subita da Uma, e fu allora che il nostro si è ricordato che il produttore fece la medesima cosa anche alla sua ex fidanzata Mira Sorvino durante gli anni ’90: «Quando stavamo per iniziare Kill Bill, Uma mi ha detto che [Weinstein] le ha fatto la stessa cosa [che aveva fatto a Mira Sorvino]. Ho capito che esisteva uno schema negli attacchi di Harvey, quindi gli ho detto di chiedere scusa a Uma». Al produttore fu dato un ultimatum: o si scusava con l’attrice, o Quentin non avrebbe fatto il film. Il regista, comunque, non ha assistito in prima persona alle scuse.
Sulle scene del film in cui la Thurman ha ricevuto degli sputi ed è stata soffocata da una catena, Quentin ha ammesso che fu lui stesso ad aver eseguito quelle azioni fuori dallo sguardo della cinepresa. Sugli sputi, il regista ha dichiarato che non si fidava di Michael Madsen per la scena, ed è per questo che l’ha fatto in prima persona. «Chi altro avrebbe dovuto farlo? Un tecnico presente sul set?». A quanto pare, poi, in verità fu la stessa Uma a suggerire la scena del soffocamento con le catene: «Era una sua idea. Mettere quella cosa attorno al suo collo, e soffocarsi. Io controllavo dall’altra parte, e ce l’abbiamo fatta».
Secondo l’autore, i tre produttori coinvolti (Harvey Weinstein, Lawrence Bender ed E. Bennett Walsh) si sarebbero rivolti a degli avvocati per non apparire nel pezzo del New York Times, lasciandolo quindi come unico capro espiatorio dell’accaduto. Ha concluso Quentin: «Sono stato onesto e ho detto la verità, e ci si sente davvero bene dopo 2 giorni di travisamento, poter dire le cose in maniera chiara. Qualsiasi cosa ne verrà fuori, io ho detto la mia».
Fonte: THR via Deadline
Foto: Getty Images
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