Da due settimane, il box office mondiale e anche italiano scoppia di improvvisa salute: merito (quasi esclusivamente) di Inside Out 2, il sequel del film Disney Pixar vincitore dell’Oscar di categoria nel 2016 e che in meno di sette giorni è riuscito a superare Dune – Parte 2 diventando il primo incasso dell’anno, avvicinandosi giorno dopo giorno alla soglia del miliardo di dollari – e sarebbe il primo film del 2024 a riuscire nell’impresa. Ora è a 835 milioni di dollari, mentre in Italia ha già superato i 23 milioni di euro.
Il successo del film animato ci porta a sollevare una domanda un po’ provocatoria e un po’ invece giustamente da fare, per analizzare la situazione: ma i sequel non avevano stancato? Ad ogni nuovo annuncio, soprattutto quando si parla del mondo Disney, non mancano mai commenti e critiche che puntano il dito contro la scelta di tornare sempre (o quasi) su storie già assodate e nuovi capitoli di IP (proprietà intellettuali) già ampiamente assodate. Vale per i sequel, ma anche per prequel, reequel, remake, reboot e chi più ne ha più ne metta.
Tra i casi recenti citiamo non solo lo stesso Inside Out 2, a quanto pare non toccato dalle critiche, ma anche Mufasa: The Lion King e il prossimo Oceania 2 annunciato da poco, oppure Il Corvo, Il Gladiatore II e via dicendo. Il sentiment soprattutto social ci dice che il pubblico è stanco di questo tipo di prodotti, ma quale è la realtà del botteghino?
Scorrendo la lista dei migliori titoli al botteghino mondiale dello scorso anno, scopriamo che è stata sì dominata da tre novità come Barbie, Super Mario Bros. Il Film (entrambi legati a IP esistenti e consolidate) e Oppenheimer, ma subito dietro troviamo in sei titoli che sono di fatto sequel o remake. Guardiani della Galassia Vol.3 magari è un caso sui generis, ma il successo al botteghino di Fast X, Spider-Man: Across the Spider-Verse, Wonka e La Sirenetta (due remake) e ancora Mission: Impossibile – Dead Reckoning ci dicono che il pubblico è affezionato a grandi storie che proseguono nel tempo e che non disdegna di tornare in sala per vedere un nuovo taglio su celebri titoli del passato.
Se non ci basta il 2023 come termine di paragone, possiamo tornare indietro, ma il risultato non cambia, anzi. Nove su dieci film nella Top 10 mondiale del 2022 sono infatti sequel, come Avatar: La via dell’acqua (straordinario a 2,3 miliardi di dollari totali), Top Gun: Maverick, Jurassic World Dominion e via dicendo fino a Il gatto con gli stivali – L’ultimo desiderio. Possiamo anche tornare indietro al 2019 pre-pandemico, ma la classifica del box office globale è comunque dominata da IP assodate (10 su 10 in quell’anno, se consideriamo Captain Marvel e Joker come parte di universi più vasti e assodati).
I risultati, quindi, dicono a noi ma soprattutto alle major che il pubblico risponde meglio a sequel e affini, come dimostra il recente caso di Inside Out 2. Possiamo fare un confronto inoltre con i titoli originali che sono usciti in questi anni in casa Disney Pixar: Elemental si distingue come un caso virtuoso, perché dopo un avvio lento è riuscito a incassare quasi 500 milioni di dollari nel mondo, quasi il doppio del classico Wish, considerato infatti un caso tutt’altro che positivo per la casa di Topolino. Non è andata meglio a Strange World – Un mondo misterioso, Encanto, Raya e l’ultimo Drago o Red (complice qui la pandemia da Covid-19). Per trovare un altro clamoroso successo animato, dobbiamo tornare infatti a Frozen II – Il segreto di Arendelle, che con 1,4 miliardi di dollari è ancora il miglior film animato per incassi.
Cosa ci dicono quindi i numeri? Che l’offerta è affollata di sequel perché è il mercato a richiederne. Lo stesso pubblico che sta riempiendo le sale per Inside Out 2, probabilmente tornerà in autunno per Mufasa: The Lion King. Aiuta molto il fatto che il film di Kelsey Mann sia un perfetto ponte tra le generazioni, che sappia parlare agli adulti e anche ai bambini e che – cosa non banale – sia un film solido e divertente per tutta la famiglia.
E quando sentirete qualcuno dire che non se ne può più di sequel e remake, basterà ricordargli i numeri del botteghino e i flop degli originali. La verità sta ovviamente nel mezzo: il cinema ha comunque bisogno di nuove storie in grado di creare un nuovo orizzonte culturale per le generazioni di adesso, ma è anche alimentato dalla riproposizione di vecchi immaginari che sono ancora molto cari al loro pubblico, voglioso di ritrovare personaggi e sensazioni del proprio passato. In fondo, come ci insegna Inside Out 2, è solo questione di emozioni…
Foto: Disney Pixar
Dati: Box Office Mojo
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