Inside Out, e soprattutto il suo sequel uscito nell’estate 2024, hanno travolto il pubblico e il mondo del cinema. Da quando è uscito il primo film, nel 2015, ci siamo abituati a immaginare piccole colorate persone che agiscono come emozioni primarie nella nostra testa. Gioia, Tristezza, Rabbia e tutti gli altri sono diventati fenomeni non solo del merchandise ma anche del web, tra meme e video spiritosi che calcano l’onda del successo di Inside Out. A ben vedere, però, ci sono alcuni aspetti del film che possono dare il mal di testa a qualcuno.
Uno su tutti sembra costituire un autentico paradosso: ma Gioia come può piangere? In Inside Out, ci viene spiegato infatti che ciascuno di loro incarna un’emozione nel corpo della giovanissima Riley, tanto che il nome dei personaggi è dato dalla loro personalità. Gioia è felice, Tristezza è triste, Rabbia è furioso, e via dicendo. Tuttavia, ad un certo punto di entrambi i film vediamo che la protagonista non solo si incupisce, ma arriva addirittura a piangere. Non è un controsenso?
In parte sì, ma in realtà si spiega tutto in due modi. Il primo è puramente di natura cinematografica: se un’emozione fosse sempre “fedele a se stessa”, il film non avrebbe modo di progredire, i personaggi non evolverebbero e tutta la storia non starebbe in piedi. Motivo per cui, alla fine del primo, Gioia comprende il valore di Tristezza e nel secondo capisce le ragioni dietro al colpo di Stato di Ansia. Il secondo motivo invece fornisce una lettura più approfondita dei meccanismi emotivi di Inside Out e sequel.
Sì, Gioia rappresenta la felicità, ma non la incarna. La attiva, casomai: è l’emozione della quale è responsabile nella testa di Riley, e così tutte le altre. Più che rappresentare chi sono, i loro nomi indicano il loro compito e questo non esclude che a loro volta le emozioni di Inside Out abbiano delle emozioni. Per non farci venire troppo mal di testa eviteremo di immaginare cosa succede nella testa di Gioia, se anche lì esistono altre emozioni che attivano stati d’animo diversi, ma ci limitiamo a notare che anche quei momenti che sembrano “fuori dal personaggio” in realtà sono sempre connessi alla loro indole operativa.
Gioia, per esempio, diventa triste e si mette anche a piangere quando Riley non è felice, quando cioè il suo compito non viene portato avanti nel modo giusto. Allo stesso modo, Paura si rallegra quando l’elemento scatenante del suo stato d’animo viene rimosso nel mondo esterno, mentre Disgusto prova paura quando c’è qualcosa che potrebbe influenzare la vita sociale della protagonista umana. Insomma, anche le emozioni provate dalla emozioni sono collegate a quello che le stesse fanno per Riley, in un turbinio di stati d’animo che rende Inside Out più complesso di quello che sembra.
Voi cosa ne pensate? Vi ha dato da pensare anche a voi il fatto che Gioia abbia dei momenti di tristezza e viceversa Tristezza dei momenti di gioia? Diteci la vostra nei commenti, come sempre. Inside Out e il sequel, ricordiamo, sono entrambi disponibili su Disney+.
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