A pochissimi giorni dalla release di Insurgent, il secondo capitolo della saga di Divergent, la stampa americana esprime un parere sul film visto in anteprima.
In generale, non si tratta di recensioni entusiastiche: su Rotten Tomatoes lo scostamento tra il giudizio del pubblico, tra cui il 97% degli utenti dichiara di attendere intrepidamente il film, e quello della critica, fermo al 29%, è molto ampio.
Per Forbes il film, migliore di Divergent, relega comunque ai margini la protagonista Shailene Woodley: «ha un passo più rapido, azioni coinvolgenti e personaggi costruiti con passione, con scene risolutive molto soddisfacenti, che sanno sciogliere i nodi principali della storia mentre stabiliscono un impianto narrativo solido per il capitolo successivo. Il fatto che però sia migliore, non lo rende un film buono in valore assoluto: visivamente pulito e ben recitato, il thriller si mostra comunque incapace di giustificare l’esistenza di un mondo fantasy come quello narrato e lascia trapelare difficoltà nello sviluppo dei personaggi. Sarebbe opportuno che questo aspetto fosse tenuto sotto controllo, nonostante la pellicola sia raramente noiosa e abbia la grandissima pecca di mettere in secondo piano il suo personaggio fondamentale. La presenza di Shailene Woodley, Tris, e il viaggio insieme a lei per comprendere la sua diversità e mettere fine al regime, è comunque lasciata ai margini. Un ruolo che tante volte la fa apparire come osservatrice passiva del suo stesso film».
Variety parla del film in termini di sistema, concentrando l’analisi anche sugli altri ruoli: «dall’inizio il film ha dato una grande parte alle donne, sia come eroine, sia come villain, come modelli di comportamento e come leader. Insurgent avanza in questa esplorazione del femminile, aggiungendo al cast una formidabile Naomi Watts/Evely, anche se la conosceremo maggiormente nel prossimo capitolo. Divergent ci aveva promesso molte sorprese per questo secondo episodio, ma il regista Robert Schwentke rimane fermamente proiettato sul futuro, senza concedere alla sua versatile protagonista di provare il brivido dello spiazzamento all’interno di una società disegnata per creare categorie e incamerare i suoi cittadini in cinque livelli rigidamente programmati. In questo film, Tris viene a scoprire il suo ruolo, anche se la maggior parte del film naufraga in una serie di casualità all’interno della coscienza della protagonista, con il risultato che tutto l’episodio appare come un deja vu. Prima di programmare il finale in due parti, la produzione farebbe bene a chiarire questo punto e a superare questo empasse».
Anche The Verge vede il film arenarsi in più punti: «nonostante gli effetti visivi chic e premi Oscar qui relegati a ruoli da bassifondi, il film non si distingue rispetto agli altri competitor. Gli attori rimandano ai loro film precedenti, e il film stesso, sull’onda della letteratura Young Adult in cui una ragazza speciale deve salvare il mondo da un regime malvagio, rimanda inevitabilmente a Hunger Games e a Maze Runner. Shailene Woodley, ha dato prova di saper recitare, e anche bene, ma qua si trovano per la prima volta le radici di una performance debole, considerata l’overdose di pianti e smorfie a cui si presta di continuo l’attrice. Questo elemento fa di Insurgent un film che addirittura arriva a fare del suo meglio nelle situazioni irreali, quanto meno lì si ha una scusa per sfuggire al dominio della logica».
Non è più morbido l’Hollywood Reporter, che sulle sue pagine scrive di un film che «dopo un’apertura tremolante, offre un coinvolgimento più compatto con questo secondo capitolo. In parte, il miglioramento è dovuto a una dimestichezza maggiore con la storia: dopo aver sconfitto le regole del mondo distopico mostrato in Divergent, la saga appare meno minata dall’incombenza di definire un sistema. Shailene Woodley è i fuga e ci sono momenti ipercinetici da ricordare. Il nuovo regista, Robert Schwentke ha il gusto per la tensione e per l’azione di colore, ma non c’è dubbio che questo secondo capitolo sia più magro e meno significativo del precedente, con un generale sbilanciamento verso una serietà talvolta troppo opprimente e ingessata. Nonostante le pecche, certamente però il film saprà replicare al botteghino i risultati del primo capitolo, quanto meno sulla base dei numerosi fan della saga».
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