Intervista a J.J. Abrams: Star Wars IX è stato la mia impresa impossibile
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Intervista a J.J. Abrams: Star Wars IX è stato la mia impresa impossibile

Il regista ci racconta come ha approcciato L'ascesa di Skywalker, ultimo capitolo della saga, sobbarcandosi la responsabilità di raccontare l'epilogo di un universo entrato nei cuori di milioni di fan sparsi in tutto il mondo

Intervista a J.J. Abrams: Star Wars IX è stato la mia impresa impossibile

Il regista ci racconta come ha approcciato L'ascesa di Skywalker, ultimo capitolo della saga, sobbarcandosi la responsabilità di raccontare l'epilogo di un universo entrato nei cuori di milioni di fan sparsi in tutto il mondo

J.J. Abrams in Star Wars

J.J. Abrams spiega come evolveranno i personaggi, come ha riportato in vita sullo schermo Carrie Fisher e ci parla anche della sua visione sul futuro di Hollywood, un’industria che non deve necessariamente dipendere da sequel e reboot.

opo aver diretto il primo film dell’ultima trilogia di Star Wars, il risveglio della Forza, cosa hai provato quando ti hanno chiesto di terminarla con questo capitolo conclusivo?

«È stato un evento inaspettato, ma è anche stato un vero colpo di fortuna. Quando terminai di lavorare a Episodio VII, sentivo veramente di aver dato tutto e quando Kathleen Kennedy (l’attuale presidente di Lucasfilm, Ndr), mi ha chiesto: “Ti piacerebbe tornare per dirigere l’ultimo capitolo della trilogia e terminare la saga degli Skywalker?” era una proposta troppo allettante per dire di no. E oltretutto mi sono sentito doppiamente fortunato perché sono tornato a lavorare con le stesse persone per una sfida ancora più difficile e avvincente. Una delle ragioni per cui ho deciso di farlo è perché sapevo che concludere questa storia rappresentava una sfida impressionante, soprattutto perché questa saga significa davvero tanto per milioni di fan in tutto il mondo. Considerando la portata dell’operazione e soprattutto le sfide tecniche dietro a questa produzione, considerando tutti i problemi che abbiamo dovuto risolvere durante la lavorazione, devo ammettere che siamo riusciti a fare cose impensabili, davvero. Se guardo indietro, credo che abbiamo vinto sfide impossibili. Ma, pensandoci bene, è anche il concetto che sta da sempre alla base delle storie di Star Wars: “Come pensi di affrontare una sfida che appare impossibile”?. Inoltre, il fatto di aver già lavorato al primo film imponeva a tutti di alzare l’asticella, di fare qualcosa di ancora più grande e più intenso. Sono stato fortunato nel potermi affidare a una crew di grande talento, che ha svolto un lavoro straordinario. Sono molto contento e gratificato dal risultato finale. Ma posso confermarvi che, ad oggi, è stata la mia impresa più difficile, la cosa più ardua su cui abbia mai lavorato».

Quali sono le principali differenze tra i due film?

«Il risveglio della Forza sostanzialmente parlava di una giovane donna, Rey, che spuntava dal nulla in maniera anche un po’ naïf. In L’ascesa di Skywalker è pienamente consapevole delle sue potenzialità e nel frattempo Daisy Ridley è maturata molto come attrice. Quindi, se parliamo del suo personaggio come essere umano, si ritrova in una posizione completamente diversa, ma soprattutto si ritrova al centro di un conflitto molto più grande e complesso. Non vedo l’ora che il pubblico possa scoprire come affronterà la situazione».

Che cosa puoi dirci sul ruolo di Leia Organa in quest’ultimo film? Hai dovuto utilizzare materiale girato durante Il risveglio della Forza per riportare in vita sullo schermo Carrie Fisher…

«…»

Continuate a leggere l’intervista a J.J. Abrams sul numero di dicembre di Best Movie in edicola dal 29 novembre

Foto: © Disney/Lucasfilm

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