Sinister, The Purge, Ouija 2, Insidious, Scappa – Get Out, Paranormal Activity: sono solo alcune delle produzioni Blumhouse diventate dei veri e propri fenomeni al box office. Film a basso budget e di alta qualità che hanno garantito alla casa di produzione fondata da Jason Blum ben 19 anni fa di ritagliarsi una nicchia di business unica e altamente redditizia. Un nuovo modo di proporre il cinema horror che Best Movie ha voluto celebrare lanciando, lo scorso marzo, la gara creativa #Disegnalapaura ispirata proprio alle produzioni Blumhouse, che ha messo in palio per il prescelto – selezionato da una giuria composta da alcuni dei più talentuosi fumettisti italiani tra cui Giacomo Bevilacqua, Gigi Cavenago, Roberto Recchioni e Zerocalcare – un soggiorno all’edizione appena conclusa di Lucca Comics and Games.
Dietro ai successi della Blumhouse, che quest’anno ha sfornato il sequel Ancora auguri per la tua morte e Ma, c’è lui, Jason Blum: che oltre agli horror-micro budget ha avuto l’intelligenza e il coraggio di esplorare mondi completamente differenti e perfino il piccolo schermo (The Loudest Voice uscirà proprio questo mese). Blum è il classico “figlio d’arte”, lamadre Shirley Neilsen è professoressa di educazione artistica, il padre, Irving Blum, un negoziante d’arte. «Grazie a loro apprezzo il lavoro degli artisti e la fatica che fanno per essere apprezzati e riconosciuti». Lo incontriamo per farci raccontare la sua “ricetta magica”.
Il tuo modello ha successo. Perché nessuno ti copia?
«Hollywood è complessa, ha un sistema gestionale dove sono coinvolte molte persone: agenti, avvocati, manager e talenti, la maggior parte dei quali credono che i film low-budget non siano cool e non guadagnino abbastanza. E poi quando fai un blockbuster non puoi ammazzare il protagonista, come succede ne La notte del giudizio e Sinister.Se invece lavori con un piccolo budget non hai problemi. A questo punto della mia carriera potrei fare film costosi, ma non voglio. Perché ogni decisione che prendi deve essere approvata da decine di persone. Preferisco guadagnare di meno e mantenere la mia libertà. La maggior parte dei produttori non la pensano come me, dopo il primo successo preferiscono fare dei sequel scadenti, piuttosto che pagare i talenti che li hanno portati al successo».
Questo il motivo per cui molti sequel di horror sono dei flop?
«Il saggista filosofo Vernon Howard diceva che “puoi dire di aver avuto successo nella vita, quando tutto quello che davvero vuoi è solo quello di cui hai davvero bisogno“. I produttori vogliono sempre incassare di più, e per farlo ingaggiano gente meno esperta e a quel punto la qualità del film è minore e alla fi ne incassano meno. Ecco perché per me è importante continuare a lavorare con la stessa band, mi diverto e allo stesso tempo ci guadagniamo tutti di più. James DeMonaco è un esempio, ha scritto Purge 1, 2 e 3. Il terzo è costato più dei primi due, ma ha guadagnato più di tutti. Insidious 4 complessivamente ha fatto più del primo, secondo e terzo capitolo insieme, proprio perché abbiamo mantenuto lo stesso team dell’originale».