In occasione dell’arrivo sugli scaffali del Dvd e Blu-ray Disc del terzo capitolo de La Mummia: la tomba dell’Imperatore Dragone (disponibile anche in cofanetto con la saga completa), abbiamo intervistato il regista Rob Cohen (Fast and Furious, XXX). Spostatosi nelle ambientazioni esotiche della Cina anni ’40 Cohen ci ha raccontato come si è avvicinato alla saga di successo ereditata dal collega Stephen Sommers, quali sono state le scene più difficili da girare e tante curiosità sulla lavorazione del film, sul Dvd e Blu-ray in uscita domani e sui protagonisti, regalandoci il divertente aneddoto dell'”infangatura” di Jet Li e qualche pronostico su La Mummia 4.
BestMovie.it: Come ti sei approcciato a un film che arrivava dopo due pellicole di successo dirette da un altro regista, Stephen Sommers?
Rob Cohen: Volevo realizzare un sequel migliore di quelli che sono stati fatti dei miei film XXX e Fast and Furious, rispettando quello che era venuto prima, senza però aver paura di stravolgere le cose seguendo le mia visione.
BM: La mummia: La tomba dell’Imperatore Dragone è stato un blockbuster. Quanto conta per te l’opinione del pubblico e quanto quella della critica?
RC: L’opinione del pubblico vale per me al 98%. Io sono un regista che fa film per il pubblico. La mia più grande pena è quando faccio un film che non piace al pubblico. L’opinione della critica invece è qualcosa di arbitrario. Spesso i critici sono chiusi nel loro piccolo mondo. Se apprezzano quello che fai è bello perché ciò attribuisce una sorta di dignità al lavoro fatto, ma se invece non lo apprezzano – come spesso accade nel mio caso – non fa tanta differenza.
BM: Nel film naturalmente ci sono tantissime scene d’azione. Quanto è stato fatto davvero dagli attori, Brendan Fraser, Jet Li, Maria Bello, Isabella Leong, Luke Ford, Michelle Yeoh, e quanto dagli stuntmen?
RC: Il film è fatto al 90% dagli attori. Ovviamente le scene in cui Jet è un guerriero di Terracotta sono realizzate in computer grafica, ma quando combatte con Michelle, Brendan e Luke… quello è davvero lui. Non abbiamo usato molto nemmeno gli stuntmen perché quando hai attori come Brendan e Jet, fisicamente preparati e in grado di recitare le scene d’azione, non se ne ha bisogno… Brendan è davvero bravo in questo.
BM: E le attrici?
RC: Maria ha fatto, credo, almeno tre quarti delle scene d’azione che le toccavano. C’erano molti esercizi di ginnastica, anche in coppia e piuttosto complessi. Sia Maria che Isabella hanno partecipato personalmente a gran parte del lavoro di Wirework (effetti speciali di sospensione che mediante l’uso di cavi invisibili permettono agli attori di volare e compiere varie prodezze, ndr). Quello che volevo fare e che ho detto a Vic Armstrong, coordinatore degli stuntmen, è stato: “dobbiamo trovare il modo affinché gli attori possano girare tutte queste scene d’azione”. Così abbiamo progettato il sistema adatto che permettesse per esempio, durante l’inseguimento a Shangai, a Maria di stare davvero alla guida del furgone e a Brendan e John Hannah di sparare. Cose che abbiamo fatto davvero!
BM: E cosa ci dici degli Yeti?
RC: Gli Yeti, e tutte le creature, come i draghi e i cani sono tutti digitali. Ma gli attori, quelli sono veri!
BM: Qual è stata la scena più complessa da girare?
RC: Quella della battaglia finale, perché veniva tutta dalla mia immaginazione e dovevo trovare il modo giusto per spiegarla agli altri e realizzarla in quel modo. Abbiamo inserito oltre tremila effetti speciali negli ultimi quindici minuti del film. Anche l’inseguimento di Shangai è stato tecnicamente molto complesso, anche perché lì c’erano davvero gli attori!
BM: Quanti erano i guerrieri della battaglia finale?
RC: Erano novemila personaggi realizzati in computer grafica senza contare anche il cast reale.
BM: Quanto è impegnativo gestire le comparse sul set?
RC: è molto impegnativo. Per l’inseguimento di Shangai per esempio avevamo circa cinquecento comparse ogni sera. Dovevano avere tutte costumi d’epoca, il che comprende anche il lavoro di trucco e “parrucco”. Richiede tanto tempo, ma fa parte del nostro lavoro ed è anche quello che dà vita alle scene e crea l’atmosfera. Non puoi essere a Shangai nel 1946-47 e non avere tutte queste comparse che appaiono come persone di quegli anni e di quel posto.
BM: Qual è stato il momento più divertente delle riprese?
RC: Ricoprire Jet Li di fango! Non è esattamente una cosa che si fa tutti i giorni… Lo abbiamo dovuto fare per la sequenza in cui diventa una statua di Terracotta. E dopo le riprese gli sono saltato addosso e l’ho abbracciato e mi sono infangato tutto anch’io!
BM: E cosa gli hai detto?
RC: Te l’avevo detto Jet: “se stai con me va a finire che ti sporchi!”
BM: Parlando dell’imminente uscita in versione homevideo del film: quali extra troveremo?
RC: Ce ne sono davvero tantissimi. Specialmente nella versione Blu-ray. Abbiamo realizzato molti documentari, un gioco, e i commenti della troupe, del direttore di produzione, del costumista e degli operatori. Insomma c’è una gran quantità di informazioni che permettono di rivivere l’esperienza e il “viaggio” del film. Oltre a svelare come abbiamo realizzato il film, il Dvd racconterà “l’impresa umana” di questo lavoro, quello che ci sta dietro e il tentativo di fare qualcosa di grande (com’è La Mummia) in un ambientazione internazionale con persone diverse di tantissimi Paesi diversi. Spero che questo possa dare al film una nuova dimensione che, indipendentemente che sia piaciuto o no, mostri come tutte queste persone si sono adoperate per realizzarlo.
BM: E cosa ci dici della Mummia 4? Un rumour circolato qualche tempo fa diceva che Brendan Fraser non sarebbe più stato nel cast…
RC: No, no. Non c’è Mummia senza Brendan Fraser! è il suo franchise più che di chiunque altro. è l’unico che può continuare a trainare La Mummia.
BM: E tu?
RC: Non so. Ho già altri progetti. Ma non si sa mai. Sono molto “buddista” in queste cose: quello che sarà, sarà…
Al.Za.
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