Intervista a Seth Grahame-Smith, la mente dietro La leggenda del cacciatore di vampiri
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Intervista a Seth Grahame-Smith, la mente dietro La leggenda del cacciatore di vampiri

Lo sceneggiatore parla di lavoro, passioni e progetti futuri... con un biglietto da visita firmato Tim Burton

Intervista a Seth Grahame-Smith, la mente dietro La leggenda del cacciatore di vampiri

Lo sceneggiatore parla di lavoro, passioni e progetti futuri... con un biglietto da visita firmato Tim Burton

Lanciato dal successo internazionale Orgoglio e Pregiudizio e Zombie (edito in Italia dalla casa editrice Nord), Seth Grahame-Smith, scrittore e produttore cinematografico statunitense, non è passato inosservato agli occhi di Hollywood. Tim Burton l’ha infatti scelto prima per collaborare alla sceneggiatura del suo Dark Shadows, poi per lavorare allo script di La leggenda del cacciatore di vampiri, diretto da Timut Mekmambetov e tratto proprio da un altro romanzo di successo dell’autore, Abraham Lincoln: Vampire Hunter. Senza contare che la sua rivisitazione in chiave horror del classico di Jane Austin diventerà un film, il cui progetto è però ancora in chiave di sviluppo.

In occasione dell’uscita in Blu-ray e Dvd di La leggenda del cacciatore di vampiri (scopri qui tutti i dettagli) pubblichiamo un’intervista in cui Seth Grahame-Smith parla di lavoro, progetti futuri e di come è nata la sua collaborazione col regista di Frankenweenie.

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Seth, come sei arrivato all’idea di La leggenda del cacciatore di vampiri? Sei stato ispirato dal bicentenario della nascita di Lincoln?

Era il 2009 e correva il bicentenario della nascita di Lincoln. Stavo promuovendo Pride and Prejudice and Zombies. Mi stavano mandando in giro per gli USA in diverse librerie. Ovunque fossi c’erano in mostra i libri di Lincoln per il bicentenario. E c’era Twilight. [Risata]. Uno di finaco all’altro. È così che è successo. Ne feci un gioco. Se vado in questa città, mi dicevo, sicuramente vedrò quei due e infatti era sempre così. Naturalmente iniziai a pensare come combinare queste due cose di cui la gente semplicemente sembra non poterne avere mai abbastanza. Una volt ache inziai a pensarci , e una volt ache iniziai ad apprfondire la vita di Lincoln, mi sono reso conto che la sua vita è molto dark, molto gotica e molto tragica. Ma anche increibilmente eroica, super eroica, nel senso che nella vita reale lui viene dal nulla: ha vissuto perdite e sconfitte tremende da bambino. Ma è stato in grado di superare tutte le difficoltà e diventare la leggenda che è oggi.

La tua carriera è interessante. Quest’anno hai lavorato a due film importanti come La leggenda del cacciatore di vampiri e Dark Shadows. Come ti hanno aiutato queste esperienze a migliorare come scrittore?

Spero di star migliorando. Spero. Sono molto deluso di come Dark Shadows sia stato generalmente ricevuto. Sono ancora orgoglioso del film. Non voglio dire che fosse perfetto, ma girarlo è stata un’esperienza incredibile che mi ha insegnato tantissimo. Questa esperienza è stata uguale e solo il tempo dirà com’è andata davvero. Di sicuro è stato difficile adattare il mio libro, cozzando con il mio ego e per l’enorme mole di lavoro richiesta. Il modo in cui Timur Bekmambetov lavora è revisionando la sceneggiatura continuamente e tirandoti sempre addosso nuove idee. Però ho imparato molto e credo che si impari di più quando è difficile e quando non è tutto perfetto. Quindi spero che la gente riceverà questo film nella maniera giusta e che io continui ad avere sempre più opportunità per migliorare. È tutto ciò che voglio.

Quanto conta per te avere una tua visione della storia o, in riferimento alla letteratura di Jane Austin, rimanere sempre un po’ fedeli ad essa?

Molto importante nel libro e un po’ meno nel film ma c’è anche sullo schermo. Penso che nel libro sia incredibilmente importante perchè prima che tu possa destrutturizzare qualcosa devi capirlo a fondo. E apprezzarlo. Adoro il mito reale di Lincoln e sono stato al suo museo a Spingfield due volte. Sono stato lì e ho tenuto in mano il cappello di Lincoln e una copia scritta a mano del suo discorso di Gettysburg. Sono sceso con una torcia nella sua camera mortuaria con il personale del museo e ho potuto vivere in prima persone questi aspetti della sua leggenda. Ero nel Golfo Persico sul ponte della portaerei USS Abraham Lincolna mostrare il film a 2.000 soldati in uno degli hangar. Questa esperienza discrivere il romanzo e fare il film e viaggiare per il mondo mi ha davvero colpito Ma il succo del discorso è stato di fare in modo che nel libro la storia reale e la storia fantatica s’intrecciassero manetnendo la storia reale più accurate possibile. Così come l’obiettivo principale di Pride and Prejudice and Zombies era di rendere la storia fantastica più fluida e invisibile possibile nel contesto del linguaggio usato da Jane Austen (continua sotto la foto).

Com’è iniziato il tuo rapporto lavorativo con Tim Burton?

Tim aveva sentito parlare di Pride and Prejudice and Zombies, ma era già impegnato con un altro studio. Quindi ha chiesto, “Bene, cos’altro ha fatto?”, riferendosi a me. Io stavo scrivendo questo libro ed ero circa a tre quarti della storia. Avevo una bozza di 50 pagine più o meno che avevo spedito ad un editore, tutto qui. In qualche modo, quelle pagine sono arrivate nelle mani giuste e l’unica cosa che so è che Tim prima ha chiamato Timur e poi eravamo tutti e tre seduti ad un tavolo. Tim mi ha poi invitato a fare Dark Shadows con lui. Ho appena scritto un film animato per lui e stiamo parlando di lavorare altri progetti insieme.

Stai scrivendo anche la sceneggiatura di Beetlejuice 2?

Sì, sto scrivendo lo script.Sai, dobbiamo riuscire a trovare una storia che metta d’accordo tutti. Il fatto è che Beetlejuice è il film preferito di tutti. E’ il mio film preferito. Se riuscissimo a costruire una storia, beh, sarebbe grandioso. Ci proveremo. Ma se qualcuno di noi sospettasse che lo stiamo facendo solo per essere commerciali, non ne varrà la pena. Preferisco altri modi per fare soldi. Non voglio essere quello che rovina il ricordo del mio film preferito realizzandone un sequel orribile. Capisci?

Qual è il tuo genere preferito?

Senza dubbio l’horror. Sono cresciuto sia come fan dei film che della letteratura. Il mio patrigno vendeva e collezionava film rari e amava il fantastico, l’horror e la fantascienza. A casa avevamo più di 5,000 libri: Asimov, Bradbury, Heinlein, Frank Herbert, Stephen King, Dean Koontz, Orson Scott Card. I classici li scoprii solo in seguito. Dopo il college ho iniziato a leggere Doris Goodwin, Walter Isaacson e David McCullough. Leggevo questo storie solo per divertimento. Ma ho sempre adorato questo genere di romanzi e film. Me ne starei seduto a guardare gli stessi film, tra cui quelli di Tim, per ore e ore nella mia piccola città nel Connectivut. E’ tutto quello che ho sempre voluto fare, creare questo tipo di storie.

Come arrivi all’apice della creatività? Quando sei coinvolto in molte cose tutte in una volta oppure in periodi più tranquilli?

Per me, l’ispirazione è proprio la scadenza. Quando arriva il momento di mettersi giù ascrivere per davvero, improvvisamente arriva l’ispirazione. Solo da poco tempo lavoro in un ufficio che non è casa mia. E mi aiuta davvero molto. Quando scrivevo a casa, non mi smebrava di lavorare sul serio. Tu vivi nel tuo ufficio. Non c’è nessuno che ti dica quando è il momento di riposare. Avere un ufficio aiuta tremendamente. Proprio ora, sto vivendo un periodo della mia vita in cui stanno accadendo molte cose, positive e stressanti allo stesso tempo. Il problema è che non è mai facile destreggiarsi tra tutte queste situazioni, specialmente se vuoi stare ad un alto livello.

Ti soddisfa il risultato finale di la leggenda del cacciatore di vampiri?

Da spettatore il film è proprio quello che vuole essere, ossia un film pieno d’azione, ma anche originale e stravagante. Ovviamente è molto diverso dal libro e la parte più difficile per me è stata accettare libro e film avrebbero potuto essere due cose differenti. Il film deve avere successo in quanto film, il libro deve piacere come tale. Ho parlato con Timur di questo. Abbiamo lavorato su tantissimo materiale prima che arrivassi alla sensazione di aver scritto il libro due volte. La cosa che abbiamo mantenuto in entrambe le versioni è il tono, semplice e diretto. Lo scherzo si conclude al titolo. Così come gli ideali di Lincoln, che rendono omaggio agli ideali reali dell’uomo in un modo certamente assurdo. Ma anche secondo il nostro divertimento personale.

Qui sotto, una foto di Seth Grahame-Smith

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