Iper-sessualizzazione e rape culture: Wild Diamond porta a Cannes il mondo delle influencer
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Iper-sessualizzazione e rape culture: Wild Diamond porta a Cannes il mondo delle influencer

La protagonista del film, unica opera prima in concorso, è una 19enne che sogna di partecipare ad un reality show

Iper-sessualizzazione e rape culture: Wild Diamond porta a Cannes il mondo delle influencer

La protagonista del film, unica opera prima in concorso, è una 19enne che sogna di partecipare ad un reality show

wild diamond

Tra i film della 77^ edizione del Festival di Cannes c’è anche Wild Diamond, unica opera prima selezionata in concorso e incentrata su una giovanissima ragazza che sogna di partecipare ad un reality show. Diretto da Agathe Riedinger, è l’occasione per puntare i riflettori su temi d’attualità come il mondo delle influencer, l’iper-sessualizzazione e la cosiddetta rape culture.

Proiettato nella giornata di ieri, mercoledì 15 maggio, sta riscontrando un discreto plauso da parte della critica, che sottolinea soprattutto l’attenzione riservata all’aspetto psicologico della 19enne Liane, una ragazza proveniente da una famiglia difficile e che punta tutto sull’aspetto fisico e l’ambiente social per ottenere successo. La sua vita cambia quando viene effettivamente chiamata a partecipare al reality show Miracle Island.

Wild Diamond espande il cortometraggio diretto dalla stessa Agathe Riedinger dal titolo Waiting for Jupiter: la protagonista nasce dalla fascinazione della regista per il mondo dei reality show, che a suo giudizio prendono così bene grazie alla «violenza dei valori estremamente reazionari trasmessi, per la grandiosità che si manifesta e per i corpi delle concorrenti che sono iper-femminilizzati e iper-sessualizzati. L’intrattenimento si basa molto sull’immagine del corpo delle donne», ha detto la regista durante un’intervista a Variety.

Sono proprio questi i temi che ha voluto affrontare nel suo film d’esordio, le ragioni per cui giovani donne come Liane (interpretata da Malou Khebizi) cercano di partecipare a programmi del genere. «Le loro ragioni sono valide, perché il reality è diventato un lavoro come un altro, un trampolino di lancio per persone con un basso livello di istruzione per fare carriera e acquisire uno status sociale. È un modo per guadagnare soldi, per guadagnarli velocemente e per avere successo» ha sottolineato. 

Centrale è però anche il contrasto tra lo sfruttamento femminile, la sessualizzazione e il femminismo: Liane mostra il suo corpo, sì, ma è un’adulta consenziente e nonostante questo permane un’ambivalenza nella rappresentazione della bellezza e dell’iper-sessualizzazione delle donne. «È il suo modo di essere – ha dichiarato Agathe Riedinger -. Le permette di acquisire valore e dignità. Ha bisogno dello sguardo della gente per affermare il suo senso di autostima. Al di là di questo, quello che volevo raccontare è che la bellezza è l’unica arma che è sempre stata lasciata alle donne, per dimostrare che esistono».

Temi questi di estrema attualità, soprattutto nei giorni in cui Cannes si ritrova a dover affrontare possibili scandali legati alla versione francese del movimento #MeToo e che puntano quindi a sottolineare l’ambivalenza che permane quando di mezzo c’è il corpo femminile e come o quanto o perché viene mostrato. Wild Diamond (Diamond Brut), a giudicare dalle reazioni della critica, è uno dei primi titoli di questo Festival ad accendere l’interesse e stimolare il dibattito degli addetti ai lavori e del pubblico.

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