Jackie Chan e Johnny Knoxville nemici/amici in Skiptrace. La recensione
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Jackie Chan e Johnny Knoxville nemici/amici in Skiptrace. La recensione

Un buddy movie on the road dal buon ritmo in cui Chan, a 62 anni suonati, dimostra di saper ancora reggere da protagonista un film d'azione

Jackie Chan e Johnny Knoxville nemici/amici in Skiptrace. La recensione

Un buddy movie on the road dal buon ritmo in cui Chan, a 62 anni suonati, dimostra di saper ancora reggere da protagonista un film d'azione

Regala sempre belle sensazioni vedere Jackie Chan al lavoro. Il merito va alla sua mimica inconfondibile – che ricorda la gestualità tipica del cinema muto – e alla sua straordinaria capacità di rendere una scena d’azione spettacolare, divertente e allo stesso tempo anche realistica. Non tutti i 62enni di questo mondo possono permettersi di realizzare da soli stunt rischiosi, ma il buon Jackie, che ha saputo adattare l’arte del combattimento al linguaggio cinematografico come pochi, proprio non ne vuole sapere di affidarsi a controfigure e così in Skiptrace si diverte ancora a prendere a calci i cattivi.

Il film è un action poliziesco in cui Chan interpreta un detective di Hong Kong ossessionato nel dare la caccia a un grosso criminale che anni prima ha ucciso il suo collega. L’occasione di acciuffarlo si presenta quando la sua strada si incrocia con Johnny Knoxville, nel film un piccolo truffatore americano che si trasforma suo malgrado nello scomodo testimone di un omicidio per mano degli scagnozzi del villain. I due, quindi, si lanciano in un viaggio che li porta dalla Russia alla Cina, nella speranza di poter incastrare finalmente il boss.

È chiaro come un concept da buddy movie on the road di questo tipo punti tutto sull’affiatamento e l’improbabilità della coppia protagonista, la cui convivenza forzata piano piano si trasforma in un legame autentico. Knoxville (che sfrutta l’esperienza di Jackass per farsi sballottare a destra e a sinistra) e Chan sono opposti per fisicità e personalità, disfunzionali abbastanza per tenere alto il ritmo e costruire un incontro/scontro anche di tradizioni – l’occidente da una parte, l’oriente dall’altra -, che intrattiene e nasconde l’arrivo del colpo di scena finale. Un twist a cui si giunge trascinati da scazzottate, inseguimenti, e party nel deserto dei Gobi che culminano cantando “Rolling in the Deep” di Adele intorno a un gigantesco falò («perché Rolling in the Deep è un classico», sottolinea Jackie).

Non servono molte altre coordinate per avvicinarsi a Skiptrace: basta sedersi in sala e godersi lo spettacolo, con al centro tutta l’abilità di uno degli interpreti massimi del cinema action.

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