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Jafar Panahi è libero: scarcerato il regista iraniano dissidente. Due giorni fa aveva iniziato lo sciopero della fame

Il cineasta dissidente si trovava nella prigione di Evin da oltre sette mesi e aveva iniziato a rifiutare il cibo "per protestare contro i comportamenti disumani e illegali della Repubblica islamica e la presa di ostaggi"

Jafar Panahi è libero: scarcerato il regista iraniano dissidente. Due giorni fa aveva iniziato lo sciopero della fame

Il cineasta dissidente si trovava nella prigione di Evin da oltre sette mesi e aveva iniziato a rifiutare il cibo "per protestare contro i comportamenti disumani e illegali della Repubblica islamica e la presa di ostaggi"

Jafar Panahi

Jafar Panahi, il grande regista iraniano, è stato liberato dal regime del suo paese. Due giorni fa il cineasta, incarcerato da circa 7 mesi in Iran, aveva iniziato lo sciopero della fame nel carcere in cui era detenuto «per protestare contro i comportamenti disumani e illegali della Repubblica islamica e la presa di ostaggi», come egli stesso ha definito i prigionieri politici nel Paese.

«Oggi, come molte persone intrappolate in Iran, non ho altra scelta che protestare contro questo comportamento disumano con ciò che ho di più caro: la mia vita – aveva scritto Panahi in una dichiarazione diffusa dalla moglie immediatamente dopo l’arresto – Rifiuterò di mangiare, bere e prendere qualsiasi medicina fino a quando non sarò rilasciato. Rimarrò in questo stato fino a quando, forse, il mio corpo senza vita non sarà rilasciato dalla prigione».

La liberazione, avvenuta oggi su cauzione, è stata annunciata dall’Ong CHRI, di base New York. Il giornale iraniano Sargh ha pubblicato una foto di Panahi all’uscita del carcere di Evin di Teheran, mentre abbraccia uno dei suoi sostenitori. L’agenzia di stampa Isna ha raccontato che diversi artisti erano all’esterno della prigione ad attendere l’uscita del regista.

Panahi era stato arrestato per la prima volta nel 2010 e alla fine di quell’anno era stato condannato a sei anni di carcere, con la successiva proibizione di fare film per i successivi 20 anni. Il regista aveva tuttavia continuato a girare film in totale clandestinità, facendoli uscire dal paese in maniera avventurosa e con i mezzi più vari e di fortuna. 

Nel 2011 era stato messo agli arresti domiciliari per poi essere arrestato nuovamente nel luglio 2022, mentre si recava in carcere per sostenere la causa di un altro regista imprigionato dal regime di Teheran, Mohammad Rasoulof.

Panahi avrebbe dovuto scontare sei anni di carcere con l’accusa di «propaganda contro il regime». Il suo avvocato Yusef Moulai ha confermato che il regista è stato rilasciato su cauzione ed è tornato a casa e, nonostante lo sciopero della fame, è in buona salute.

Durante la 79esima Mostra del cinema di Venezia, ultima edizione del festival,  la comunità cinematografica internazionale si era mobilitata a sostegno dei cineasti in carcere in Iran. Sempre a Venezia 79 è stato presentato l’ultimo film di Panahi, Gli orsi non esistono, vincitore del premio speciale della giuria. 

Tra i tanti riconoscimenti internazionali di Panahi, tra i registi iraniani più importanti e influenti della sua generazione, il Pardo d’oro al Festival di Locarno per Lo specchio nel 1997, il Leone d’oro alla Mostra del Cinema di Venezia per Il cerchio nel 2000, l’Orso d’argento per la migliore regia al Festival di Berlino per Offside nel 2006 e l’Orso d’oro sempre a Berlino per Taxi Teheran nel 2015. 

QUI LA FOTO CONDIVISA DALL’ACCOUNT TWITTER DEI CAHIERS DU CINÉMA DOPO LA LIBERAZIONE DI PANAHI

Foto: Getty (Kaveh Kazemi/Getty Images)
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