Il mondo della cultura europeo si è mobilitato a favore del regista iraniano Jafar Panahi, condannato dal tribunale di Teheran a sei anni di prigione e al divieto di realizzare film, di lasciare il Paese e di avere anche qualsiasi contatto con la stampa almeno per i prossimi vent’anni. È partita da Parigi una petizione on-line che chiede l’annullamento immediato della sentenza di condanna contro Panahi, appello firmato, in primis, da le Festival de Cannes, la SACD, la Cinémathèque française, l’ARP, la Cinémathèque suisse, le Festival international du film de Locarno, le Forum des images, Positif, la SRF, les Cahiers du cinéma, Citéphilo (Lille), France culture, la Mostra Internazionale d’Arte Cinematogafica di Venezia, Culturesfrance. Da parte sua, il delegato generale del festival di Cannes, Thierry Fremaux, che aveva simbolicamente lasciato un posto vuoto per Panahi tra i giurati dell’ultima edizione, ha lanciato un appello ad «agire rapidamente» e sta organizzando un comitato di sostegno al cineasta, con la collaborazione della Società degli autori e compositori drammatici presieduta dal regista Bertrand Tavernier e della Cinémathèque française di Parigi. Anche il mondo della cultura italiana ha espresso la sua solidarietà nei confronti del regista iraniano. A Milano Anteo spazioCinema dedicherà domani, 23 dicembre, una giornata a Panahi proiettando Il cerchio (Leone d¹Oro a Venezia nel 2000) agli spettacoli delle 15.30, delle 17.50, delle 20.20 e delle 22.30. La Cineteca di Bologna ha annunciato che, a partire da domani, ogni giorno di programmazione del cinema Lumière si aprirà e si chiuderà con la proiezione del corto The Accordion – La fisarmonica, che segnò il ritorno di Panahi dietro la macchina da presa dopo la prima condanna inflittagli in Iran (e accolto alle Giornate degli Autori a Venezia 67). Anche Apulia Film Commission si è unita agli appelli di solidarietà per il regista. (Foto Getty Images)
© RIPRODUZIONE RISERVATAJafar Panahi, lanciata una petizione contro la condanna
In Rete l'appello del mondo del cinema europeo per l'annullamento della dura sentenza del tribunale di Teheran contro il regista iraniano