Jodie Foster è una delle più celebri e apprezzate attrici d’America, premiata 2 volte con il premio Oscar, nel 1989 per Sotto accusa e nel 1992 per Il silenzio degli innocenti. Eppure, a differenza della stragrande maggioranza dei suoi colleghi, non ha mai voluto recitare a Broadway o in teatro. E oggi scopriamo che la sua totale avversione non si basa su considerazioni di natura artistica, bensì su un trauma davvero difficile da superare.
In una recente intervista con la collega Jodie Comer, la star ha rievocato la drammatica vicenda legata a John Hinckley Jr., lo stalker che rimase folgorato dalla sua interpretazione della giovane prostituta in Taxi Driver di Martin Scorsese, sviluppando una tale ossessione da sparare al Presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan pur di catturare la sua attenzione. Correva l’anno 1981, Jodie Foster aveva appena 18 anni, era ancora al college ed era impegnata proprio in uno spettacolo teatrale. L’uomo la perseguitava già da tempo, tanto da trasferirsi in Connecticut per starle più vicino, ed era riuscito a fuggire dopo aver ferito gravemente il Presidente Reagan e altre tre persone della sua scorta.
«Sono finalmente in grado di ammettere che il poco teatro che ho fatto al college è legato a un grandissimo trauma. Dovevo recitare per due weekend e, tra il primo e il secondo, John Hickney ha sparato al Presidente» racconta l’attrice. «Gli ha sparato per impressionarmi, mi ha scritto moltissime lettere, perciò era un momento particolare per la mia vita. Tutto il mondo era sembrato cadere in pezzi, c’erano i Servizi Segreti ovunque, avevo delle guardie del corpo, ero stata trasferita in un luogo sicuro. Ma tra il primo e il secondo weekend di repliche ho avuto quest’idea assurda. Ho pensato: “Lo spettacolo deve continuare”. E così sono tornata in scena.»
«Per tutto lo spettacolo ho gridato: “Vaff****o, str***o!”. Ho semplicemente deciso che avrei usato la presenza di questo tizio. Il giorno dopo mi hanno rivelato che mentre sedeva in prima fila aveva una pistola. Era riuscito a fuggire ancora e le guardie del corpo sono entrate mentre ero in scena e mi hanno buttata a terra. Un momento davvero traumatico. Non l’ho mai ammesso, ma credo questo abbia qualcosa a che vedere con il fatto che non ho mai più voluto recitare in teatro» confessa l’attrice sessantaduenne.
Una volta catturato e sottoposto a processo, allo stalker e attentatore del Presidente Reagan venne riconosciuta l’infermità mentale. Ha scontato 34 anni nel manicomio criminale St. Elizabeth a Washington. Dal 2016 è tornato definitivamente libero.
Fonte: Interview Magazine
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