Non è un periodo molto felice questo per Hollywood, costretta a dire addio ad alcune delle sue personalità più autorevoli. Prima Paul Walker, poi Philip Seymour Hoffman, e ora Harold Ramis, che non solo è stato il dott. Egon Spengler dei Ghostbusters, ma anche una delle menti comiche più brillanti del cinema a stelle e strisce. Attore, regista e sceneggiatore, ha dato vita a veri e propri cult della risata, da Ricomincio da capo a Terapia e pallottole, da Mi sdoppio in quattro a Un boss sotto stress. E soprattutto, Animal House, cult se ce n’è uno scritto con Doug Kenney e Chris Miller.
John Landis, il regista della commedia con John Belushi, in un’intervista telefonica a Variety ricorda la prima volta che incontrò Ramis, quando venne contattato per la regia del film: «Lessi lo script e pensai che fosse la cosa più divertenti che avessi mai letto. Harold aveva scritto la parte di Boon per se stesso, ma per me era troppo vecchio per il ruolo e scelsi qualcun altro (Peter Riegart, ndr). Lui si arrabbò moltissimo. Ma se osservate bene la performance di Peter, noterete che lui non interpreta Boon, ma Harold Ramis. Nonostante il successo del film, lui rimase per molto tempo arrabbiato con me, e fu un peccato perché io lo ammiravo tantissimo. Poi un giorno mi chiamò, prima dell’uscita del suo primo film da regista, dicendomi che avevo ragione, aveva capito la mia scelta e gli era passata. Più invecchiava, più il suo talento comico si affinava, era diventato una sorta di guru. È molto triste che non ci sia più».
Fonte: Variety
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