Joker polemiche: i famigliari delle vittime di Aurora scrivono alla Warner Bros.
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Joker: i famigliari delle vittime della strage di Aurora scrivono alla Warner Bros.

Il massacro avvenne durante la proiezione de Il cavaliere oscuro – Il ritorno, ad opera di un uomo che si identificava nel personaggio del Joker

Joker: i famigliari delle vittime della strage di Aurora scrivono alla Warner Bros.

Il massacro avvenne durante la proiezione de Il cavaliere oscuro – Il ritorno, ad opera di un uomo che si identificava nel personaggio del Joker

Joker polemiche

Il 20 luglio 2012, durante una proiezione del film Il cavaliere oscuro – Il ritorno nel multisala Century 16 Movie Theater di Aurora, in Colorado, un giovane di nome James Holmes fece irruzione in sala e iniziò a sparare sul pubblico, uccidendo 12 persone e ferendone altre 58. L’assassino ha in seguito rivelato di indentificarsi nel Joker, la nemesi di Batman.

Da allora – anche solo implicitamente – il personaggio è stato associato alla violenza di quel massacro e alle sue vittime, quasi come se ne fosse stato una sorta di complice silente. Era chiaro dunque che con l’uscita di uno standalone in cui viene dipinto come un uomo dal passato doloroso e con cui empatizzare, sarebbero iniziati i dibattiti e le preoccupazioni: sia da parte dei familiari di coloro che persero la vita nella strage, sia da parte del pubblico, sia da parte delle autorità, che temono disordini – o eventuali emulatori del killer – in vista del debutto nelle sale.

E a tal proposito, nelle ultime ore sono state proprio le famiglie delle vittime del massacro di Aurora a rompere il silenzio, scrivendo una lettera alla Warner Bros. in cui chiedono alla major di schierarsi dalla parte di chi lotta per delle nuove riforme sull’uso delle armi negli Stati Uniti:

«Quando abbiamo saputo che la Warner Bros. stava per distribuire un film chiamato Joker, che presenta il personaggio come protagonista e con una storia comprensiva delle sue origini, ci siamo molto preoccupati».

I cinque firmatari della lettera, ovvero Jessica Ghawi, Alexander J. Boik, Ashley Moser e Tiina Coon – i cui figli vennero uccisi da James Holmes – spiegano di non aver intenzione di far rimuovere il film dalle sale o di incitare al boicottaggio, ma semplicemente sperano che la Warner sfrutti la sua posizione per trasmettere il loro messaggio:

«Vi chiediamo di usare la vostra grande influenza per unirvi a noi nella nostra lotta, allo scopo di costruire una comunità più sicura e con meno armi. Di non dare più il vostro sostegno politico a candidati che vengono finanziati dalla NRA e di votare contro le riforme a favore delle armi. Queste leggi mettono letteralmente in pericolo i vostri fruitori e i vostri dipendenti. […] Poiché il governo federale non è riuscito a far approvare riforme che aumentano lo standard per il possesso di armi in America, le grandi aziende come la Warner Brothers hanno la responsabilità di agire. E noi ci auguriamo che lo facciate.»

Nel frattempo, la major ha fatto sapere che non farà proiettare Joker di Todd Phillips nel cinema Aurora, dove avvenne la strage.  

Fonte: Deadline; THR; io9

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