Non c’è nulla di davvero inaspettato in Joker: Folie à Deux: come ammesso dallo stesso Todd Phillips, tutti i momenti del divisivo sequel, persino quelli che più hanno sorpreso o addirittura fatto infuriare i fan, erano già stati previsti ben cinque anni fa.
A rivelarlo è stato lo stesso regista, che, in una lunga intervista a IGN, ha fornito una volta per tutte ai fan la spiegazione di una delle scene più divisive del sequel con Joaquin Phoenix.
ATTENZIONE: contiene spoiler sulla trama di Joker: Folie à Deux
Si tratta ovviamente di una delle sequenze finali, in cui, con un colpo di scena che ha lasciato gli spettatori a bocca aperta, Arthur Fleck afferma che non è mai esistito alcun Joker, di fatto – almeno in apparenza – “ritrattando” quanto portato in scena nel 2019 con il primo film. Ma è davvero così? Il dettaglio svelato dal regista dimostra come in realtà la frase pronunciata da Arthur sia stata prevista fin dall’inizio.
Phillips ha infatti fatto notare come Arthur Fleck non venga mai chiamato “IL Joker”, bensì soltanto “Joker”, a sottolineare proprio che si tratti di uno dei tanti. «È una cosa che i fan non hanno mai capito […] – ha spiegato l’autore -. Il film si chiama “Joker”, non “The Joker”. Ed è “una” origin story, non “la” origin story. Alla base c’è sempre stata l’idea che questo non fosse il Joker per eccellenza, ma soltanto un’ispirazione per quel personaggio».
Secondo Phillips, dunque, l’intenzione è sempre stata quella di suggerire allo spettatore di guardare ai personaggi di contorno, chiedendosi chi di loro avrebbe per primo raccolto il testimone di Arthur. «Alla fine del sequel, la domanda con cui rimangono gli spettatori è: “Aspetta un attimo, cosa succede dietro di lui? È questo il vero Joker?” – ha continuato il regista -. Arthur non è un genio criminale. Questo lo abbiamo ribadito anche nel primo film. Se non avessimo fatto il seguito, sarebbe diventato qualsiasi cosa, ma non il Joker che conosciamo dai fumetti».
Perché, dunque, il personaggio afferma ciò che afferma nel finale? Secondo Phillips: «Arthur capisce che le persone come lui perderanno sempre, mentre a vincere sarà la corruzione, che si tratti di quella del sistema carcerario, di quello giudiziario, dei media… L’unico modo per vincere è lasciar andare tutto nella sua mente. È come se dicesse: “Fa****o tutto”. Perché, quando sei una persona come Arthur, non potrai mai vincere».
Che ne pensate? Vi ha convinto questa spiegazione di Folie à Deux da parte del regista?
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