Jonathan Demme dirigerà un film tratto da Stephen King
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Jonathan Demme dirigerà un film tratto da Stephen King

Durante l'anteprima del suo documentario Neil Young Journeys tenutasi oggi al Milano Film Festival il regista de Il silenzio degli innocenti ha annunciato il suo nuovo film

Jonathan Demme dirigerà un film tratto da Stephen King

Durante l'anteprima del suo documentario Neil Young Journeys tenutasi oggi al Milano Film Festival il regista de Il silenzio degli innocenti ha annunciato il suo nuovo film

Ospite oggi al Milano Film Festival per l’anteprima europea del suo nuovo film documentario Neil Young Journeys, terzo di una trilogia dedicata al cantautore canadese (per il quale il regista de Il silenzio degli innocenti e Philadelphia ha una vera e propria adorazione), Jonathan Demme ha annunciato di avere in cantiere un film d’animazione tratto dal nuovo libro di Stephen King 11/22/63. Il titolo del romanzo si riferisce alla data dell’attentato al presidente Kennedy e pur restando ancora avvolto nel mistero (il libro uscirà non prima di fine novembre) presenta questa tagline “Il 22 novembre 1963 tre colpi risuonarono a Dallas, Il presidente Kennedy morì e il mondò cambiò. Se aveste la possibilità di cambiare la storia lo fareste? Le conseguenze ne varrebbero la pena?”.

Demme, che ne aveva da tempo preaquistato i diritti, ha spiegato: «Il film si avvicinerà al Silenzio degli innocenti per le atmosfere thriller e suspence, ma presenterà anche sentimenti forti».

Il regista, cui il Festival meneghino ha regalato una rassegna completa che ha scovato persino «film che avevo cercato per anni di nascondere», ha raccontato di essersi riavvicinato ai film di fiction nel 2005, dopo anni durante i quali si era dedicato solo ai documentari. «Il successo de Il silenzio degli innocenti mi ha dato un grande potere, permettendomi di fare quello che volevo. Trovare buoni script per i miei film da quel momento non è stato più così difficile», ha spiegato Demme raccontando il suo percorso dietro la macchina da presa, «Capitalizzando quel successo ho potuto fare Philadelphia, un film sull’AIDS e sull’omofobia per il quale fino ad allora era sembrato impossibile trovare un budget. Grazie a questo ulteriore successo ho potuto realizzare Beloved, un film sul razzismo e sulla sotri dell’America. Dirigere blockbuster è fantastico perchè hai a disposizione un budget enorme e il cachet è ottimo, però ti costringe a lavorare secondo tabelle molto precise per poter arrivare ai risultati prefissati. Per questo motivo quando ho girato The Manchurian Candidate mi sono divertito meno. Così da quel momento ho voluto fare solo documentari per essere più libero e indipendente. Poi però ho iniziato a sentire la mancanza di lavorare con gli attori e di raccontare storie e allora sono tornato ai film con Rachel sta per sposarsi, un film piccolo che mi ha permesso di fare quello che volevo. Ora faccio entrambe le cose, mi dedico ai documentari e anche ai film di finzione. Quello che mi spinge sempre è l’entusiasmo. Faccio solo film con storie che mi appassionano e mi fanno emozionare».

E di emozioni infatti è fatto anche il documentario Neil Young Journeys, per il quale il regista ha seguito il cantante con cui «dopo anni insieme posso defirnirmi amico», durante il suo ultimo tour, conclusosi quattro mesi fa, e con cui per la prima volta Neil Young ha portato in giro la sua musica da solo, senza i suoi musicisti. E proprio a uno di loro, Ben Keith, suo amico fraterno e leader della band scomparso l’anno scorso, ha dedicato il suo tour.  Tra le canzoni eseguite con chitarra, armonica a bocca e piano, molti sono pezzi storici come Hey, Hey, My, My e Ohio (canzone scritta nel 1970 per la tragedia del Kent, durante la quale rimasero uccisi quattro ragazzi che manifestavano per la pace). Un vero tuffo nel passato per i fan che lo seguono da quegli anni e che come Demme lo considerano un vero e proprio mito. (Foto Kikapress)

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