Dopo le già pesanti accuse di abusi e maltrattamenti sul set di Justice League da parte di Joss Whedon, Ray Fisher torna alla carica con una nuova accusa.
L’attore, infatti, ha detto che ciò che lo ha spinto a scendere in campo in questo momento contro Whedon e Warner Bros. è stato l’aver scoperto che il regista che ha sostituito Zack Snyder per i reshoots del film aveva chiesto di schiarire un attore di colore in post-produzione.
“Ciò che mi ha infiammato e mi ha costretto a tirare fuori la verità su Joss Whedon è stato sapere che Joss ha ordinato di cambiare il colore della pelle di un attore di colore in post-produzione, perché non gli piaceva il tono della sua pelle. Con tutto ciò che abbiamo attraversato nel 2020, è stato il punto di svolta.”
Ecco cosa ha risposto, tramite rappresentante legale, Whedon sulle affermazioni riguardo alla discriminazione che avrebbe effettuato in fase di post-production:
“L’individuo che ha dichiarato che ha fatto questa dichiarazione ha riconosciuto che questo era solo qualcosa che aveva sentito da qualcun altro e accettato come verità, quando in realtà una semplice ricerca gli avrebbe dimostrato che era falso. Come è standard in quasi tutti i film, c’erano numerose persone coinvolte nel mixare il prodotto finale di questo film, inclusi il montatore, la persona per gli effetti speciali, il compositore, ecc.. E il colorista senior responsabile del tono e dei colori. Questo processo è stato ulteriormente complicato dal fatto che Zack ha girato su pellicola, mentre Joss ha girato in digitale, cosa che ha richiesto al team, guidato dallo stesso colorista senior che ha lavorato su film precedenti per Zack, di conciliare le due versioni”.
Ray Fisher, ovviamente, non si è accontentato di questa risposta che gli è suonata più come una scusa e una giustificazione.
La battaglia legale è ormai sempre più accesa.
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