Alma e Alex sono due sorelle adolescenti che vivono isolate in un albergo abbandonato fra i boschi, insieme alla Madre. Di giorno non escono perché, così ha raccontato loro la donna, le “ombre” possono prenderle, e il mondo è collassato sotto un disastro ecologico. Ma è davvero così, o la Madre nasconde un segreto? Su questo mistero gioca Shadows, il film di Carlo Lavagna presentato ad Alice nella città e al cinema il 16,17 e 18 novembre. Shadows è un oggetto strano nel panorama del cinema italiano: girato in inglese, mescola thriller psicologico, racconto di formazione e genere apocalittico. La protagonista è Mia Threapleton, figlia ventenne di Kate Winslet e del regista Jim Threapleton, in un debutto che rivela un vero talento di famiglia.
«Il film è la metafora dell’emancipazione di una figlia che deve diventare se stessa, uscire fuori dal luogo chiuso in cui la costringe una madre presente e vessatoria», dice Carlo Lavagna. «Quando ho scelto Mia Threapleton non sapevo fosse figlia di Kate Winslet. Non riuscivo a trovare la protagonista Alma. Mia aveva fatto il provino per il ruolo della sorella, ma quando le ho chiesto di provare la scena più difficile, dove si sovrapponevano diverse emozioni, ho capito che era la persona giusta». Kate Winslet ha accompagnato la figlia sul set, «ma solo la prima settimana. È ricomparsa quando abbiamo fatto il doppiaggio, via video a causa del Covid: abbiamo organizzato una specie di sala di doppiaggio nella cantina di casa di Mia. A un certo punto è arrivata Kate e ha cominciato a fare la direttrice del doppiaggio: è stato divertente».
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Rispetto ad Arianna, il primo film di Lavagna che era stato presentato alle Giornate degli Autori alla Mostra di Venezia del 2015, è un film molto diverso: «Shadows ha un’altra genesi e un altro budget. Il fatto di non aver scritto questo film mi ha liberato nel fare delle scelte più radicali. Questo genere mi evocava sensazioni forti degli anni ’70 e ’80, luoghi famigliari che mi porto dietro. Ho provato a riprodurli nella scenografia, anche con i quadri dell’artista Alessandro Cicoria che hanno proprio quel sapore».
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