Kevin Spacey è innocente. Lo ha stabilito la giuria chiamata ad esprimersi nella causa civile da 40 milioni di dollari intentata dall’attore Anthony Rapp. Il volto di Star: Trek Discovery, nel 2017, aveva accusato il premio Oscar di molestie sessuali. All’epoca Rapp aveva solo 14 anni.
Il caso ha fatto deflagrare la carriera di Kevin Spacey: il suo è stato uno dei nomi finiti nel tritacarne mediatico nel pieno del movimento #MeToo che ha coinvolto anche Harvey Weinstein e Bill Cosby. Al tempo, Spacey si era difeso asserendo di non avere ricordi di quel particolare evento e scusandosi per una possibile condotta da ubriaco, rivelando allo stesso tempo di essere gay.
Un coming out e delle scuse che l’attore ha commentato anche durante il processo, sostenendo di essere stato costretto a fare quella dichiarazione di scuse pur sentendo di non aver fatto nulla di sbagliato. Riguardo l’omosessualità che Rapp gli imputa di avere nascosto imbrogliandolo, Kevin Spacey ha rivelato il passato del padre, suprematista bianco e omofobo, che gli avrebbe impedito di vivere liberamente questo aspetto della sua vita.
Cinque anni, un licenziamento da House of Cards e una reputazione distrutta dopo, Kevin Spacey è stato giudicato non colpevole di molestie. Ci sono voluti solo 80 minuti di deliberazioni da parte della giuria e il verdetto è stato unanime: per la giuria Rapp non è riuscito a dimostrare che Spacey gli abbia toccato parti intime. Il caso è stato quindi dismesso.
Come riferisce Variety, in una dichiarazione post sentenza Rapp ha evitato di parlare del verdetto e si è limitato a dire che il caso era importante per «gettare una luce, come parte di un più largo movimento per opporsi alle violenze sessuali». Ha concluso poi scrivendo: «Spero davvero che i sopravvissuti continuino a raccontare le loro storie e lottare per essere creduti».
La testimonianza di Rapp al processo è stata ritenuta poco credibile anche a causa di alcune inconsistenze: l’attore avrebbe descritto in maniera sbagliata la stanza da letto di Kevin Spacey nella quale gli avrebbe toccato le parti intime quando aveva solo 14 anni e la tesi della difesa è che fosse dispiaciuto per il fatto che l’attore non fosse apertamente gay e fosse anche geloso della sua carriera.
Per Kevin Spacey è una vittoria dolceamara al pari di Johnny Depp, perché oltre al danno di immagine deve pagare una cifra monstre ai produttori di House of Cards, serie che lo ha citato per danni dopo le accuse mosse alla star e il conseguente licenziamento. L’attore, inoltre, deve ancora difendersi da 3 accuse di molestia sessuale nel Regno Unito.
Foto: Karwai Tang/WireImage
Fonte: Variety
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