Kevin Spacey spara a zero contro il documentario su di lui: «Non resterò in silenzio»
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Kevin Spacey spara a zero contro il documentario su di lui: «Non resterò in silenzio»

L'attore si scaglia contro il film che cerca di ricostruire la sua vicenda giudiziaria: non gli avrebbe dato diritto di replica

Kevin Spacey spara a zero contro il documentario su di lui: «Non resterò in silenzio»

L'attore si scaglia contro il film che cerca di ricostruire la sua vicenda giudiziaria: non gli avrebbe dato diritto di replica

Kevin Spacey

C’è aria di burrasca per i produttori di Spacey Unmasked, il documentario in due parti su Kevin Spacey, la cui messa in onda è prevista tra qualche giorno nel Regno Unito.

Realizzato da Roast Beef Productions, in collaborazione con All3 Media International, il film ricostruisce la biografia e le vicende giudiziarie di quello che un tempo è stato uno degli attori più stimati dello star system, la cui stella è tramontata a seguito delle accuse di aggressione sessuale ai danni di quattro uomini, tra il 2001 e il 2013.

Come è noto, Kevin Spacey è stato dichiarato non colpevole a luglio 2023, ma da allora la sua carriera è rimasta compromessa. Il documentario promette di «indagare la condotta dell’attore presentando le testimonianze di numerosi uomini non collegati a quel caso, che racconteranno – quasi tutti per la prima volta – la loro esperienza diretta».

Sembrava l’occasione giusta per far luce su una vicenda controversa, ma a quanto pare non sarà così. Almeno non nelle intenzioni dell’attore, che ha pubblicato un post sul suo profilo X, accusando il canale televisivo di non avergli fornito sufficiente spazio e di aver sostanzialmente violato il suo diritto di replica. Kevin Spacey ha poi promesso ai fan che non resterà in silenzio, annunciando una risposta diretta tramite i suoi canali social, prevista per questo weekend.

Questa la traduzione del suo post su X:

«Nel corso dell’ultima settimana, ho chiesto ripetutamente a Channel 4 di concedermi più di 7 giorni per rispondere alle accuse che mi vengono fatte, che risalgono a 48 anni fa. Ho chiesto inoltre che mi venissero fornite maggiori informazioni per condurre un’indagine su questa faccenda. Channel 4 ha rifiutato, sostenendo che prevedere 7 giorni per una risposta a nuove accuse, peraltro anonime e generalizzate, sia un’opportunità equa per me.

Non resterò qui a farmi attaccare da un documentario fazioso da parte di un canale che sta morendo e cerca disperatamente di fare ascolti. Ci sono sedi apposite per discutere le accuse contro di me, e non sono Channel 4. Ogni volta che mi sono stati dati il tempo e la piattaforma giusta per difendermi, le accuse sono cadute e io sono stato assolto.

Sintonizzatevi questo weekend sul mio profilo per vedere la mia risposta. Il canale e la produzione potranno anche essere senza parole, ma io non resterò più in silenzio».

Foto: Getty (Daniel Zuchnik/WireImage)

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