Pioggia di critiche per l’attore de Il trono di spade Kit Harington, ma questa volta non per il controverso finale del suo Jon Snow. Al centro della polemica c’è invece il nuovo spettacolo teatrale in cui Harington figura tra i protagonisti, intitolato Slave Play e scritto dall’americano Jeremy O Harris.
Un grande successo in patria, dove ha ottenuto 12 nomination ai Tony Award (i premi di Broadway), è arrivato ora al Noel Coward Theatre di Londra. La storia ha suscitato un certo scandalo, alimentato addirittura da petizioni per interromperne la messa in scena. È incentrata su tre coppie miste che si dedicano a un esercizio di role-playing durante la terapia sessuale: poiché i partner neri dichiarano di non essere più attratti da quelli bianchi, i professionisti suggeriscono loro di interpretare il ruolo dei padroni e degli schiavi, come se si trovassero in una vecchia piantagione dell’America del Sud.
Lo spettacolo, che affronta le tematiche dell’etnia, dell’identità, del potere e della sessualità, è al centro di una controversia particolare nel Regno Unito, da quando la produzione ha annunciato l’intenzione di offrire due serate “Black only”, ossia due performance speciali che saranno dedicate esclusivamente al pubblico nero «allo scopo di guardare lo show liberi dallo sguardo dei bianchi». L’allora ministro Rishi Sunak aveva criticato duramente la decisione, definendola “sbagliata e divisiva”, oltre che discriminatoria verso le persone bianche.
Intervistato dalla BBC, Kit Harington ha invece espresso il suo sostegno alla produzione: «Ho capito che si tratta di una cosa incredibilmente positiva. Innanzitutto, precisiamo che se siete bianchi, nessuno vi fermerà dal comprare un biglietto. Non è illegale farlo, se volete venire quella sera. Tutto ciò che stiamo dicendo è che per quella specifica performance preferiremmo un altro tipo di pubblico. Numero due, io vado a teatro fin da quando ero piccolo e mi ricordo soltanto audience prevalentemente bianche. È ancora uno spazio dominato dalle persone bianche, perciò, per quanto mi riguarda, affermare che questa decisione sia discriminatoria contro di loro è veramente bizzarro e ridicolo».
Ironicamente, il creatore di Slave Play Jeremy O Harris si è espresso in maniera contraria al casting di Kit Harington al momento dell’annuncio, per via del suo nome già famoso e legato a un franchise televisivo di successo: «È qualcosa che distoglie dal teatro in sé. Le persone finiscono per trattare il teatro come un’attrazione di Disney World, in cui lo spettacolo è solo il contorno e la cosa importante è vedere la loro celebrità preferita».
Photo by Tim P. Whitby/Getty Images
© RIPRODUZIONE RISERVATA