La prima giornata del Best Movie Comics & Games ha ospitato un talk dedicato all’atteso Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente, quinto film del franchise cinematografico tratto dai romanzi di Suzanne Collins e prequel della storia raccontata sul grande schermo.
A parlare di questo nuovo capitolo, ma anche della popolare saga e dei libri che l’hanno ispirata, sono stati Martina Levato (Levv97), la booktoker da oltre 350k follower, e Roberto Recchioni, fumettista ed ex curatore di Dylan Dog, protagonisti del panel insieme al responsabile editoriale di Best Movie, Giorgio Viaro.
Il nuovo film della saga Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente, in uscita il 16 novembre in Italia con Notorious Pictures, seguirà il periodo della giovinezza di Coriolanus Snow (Tom Blyth), colui che anni dopo diventerà il tirannico presidente di Panem. Proveniente da un’orgogliosa famiglia caduta in disgrazia nel dopoguerra di Capitol City, il diciottenne rappresenta l’ultima speranza per il buon nome della sua casata in declino.
Con l’avvicinarsi della decima edizione degli Hunger Games, il giovane Snow teme per la sua reputazione, poiché nominato mentore di Lucy Gray Baird (Rachel Zegler), la ragazza tributo del miserabile Distretto 12. Ma quando Lucy Gray magnetizza l’intera nazione di Panem, cantando con aria di sfida alla cerimonia della mietitura, Snow comprende che potrebbe ribaltare la situazione a suo favore. Unendo i loro istinti per lo spettacolo e l’astuzia politica, Snow e Lucy mireranno alla sopravvivenza dando vita a una corsa contro il tempo che decreterà chi è l’usignolo e chi il serpente.
«Il modello distopico di Hunger Games ha una tradizione di lunga data e ramificata – ha detto Recchioni in apertura, ricollegando la saga al film giapponese Battle Royale, in cui i ragazzi dovevano uccidersi a vicenda – L’unione di sport e distopia circolava già ampiamente nella letteratura, ma diventa popolare in particolare con Rollerblade, col gioco dei pattini al massacro che anticipa Hunger Games. L’autrice di Hunger Games Suzanne Collins ci ha messo un po’ a citare le fonti reali: prima è partita dalle cose più alte come la letteratura greca, ma poi via via sono emersi i riferimenti veri. È qualcosa che parla anche alla mia generazione, con lo sport usato per definire i contesti un mondo distopico».
«Il fatto che fino a quel momento non ci fosse qualcosa del genere dedicato ai ragazzi ha colpito molto – ha detto invece Levato – Katniss Everdeen non è la classica protagonista di una saga teen, ma è stata un grande modello per tutte le protagoniste che sono arrivate dopo di lei. Noi ragazzi ci siamo rivisti, anche se grazie al cielo non ti puoi rivedere fino in fondo coi personaggi di Hunger Games, che rischiano la vita per il resto del società».
Recchioni ha anche condiviso col pubblico del Best Movie Comics & Games le sue sensazioni all’epoca dell’uscita del capostipite: «Ricordo che il primo film non volevo vederlo. Però c’era una recensione di Stephen King del romanzo, dove ne parlava bene, e diceva che la dimensione migliore per la storia era quella cinematografica. Hunger Games fa parte di quel blocco di opere come Harry Potter, 50 sfumature di grigio e Twilight, quando i romanzi venivano pubblicati dalla casa editrice sconosciuta e scritti dagli autori nei localetti prima di esplodere. Hunger Games nonostante tutto partiva come un underdog, i libri avevano venduto tanto, ma non così tanto. Non era come Harry Potter, che quando è arrivato in sala era già Harry Potter».
«Ero scettico perché il regista mi sembrava un mestierante e Jennifer Lawrence non aveva ancora fatto niente di importante, ma alla fine era lei che si caricava il film sulle spalle in maniera veramente decisiva – ha proseguito Recchioni – Hunger Hames incarna la storia degli adulti che mangiano il futuro dei ragazzi, i millennial di allora sentivano già questa cosa e la Gen Z di oggi la percepisce in maniera ancora più forte. Nel caso del nuovo film di Hunger Games il problema è duplice, c’è una demografica di pubblico cresciuto da raggiungere con la nostalgia, mentre le generazioni successive amano demolire i miti della generazione precedente come fa la Gen Z sui social con la fissazione dei millennial per Harry Potter. Il contesto politico nei film come nei romanzi, per quanto blando, c’è in ogni caso comunque sempre stato».
«Ho finito di leggere il libro con un sacco di dubbi sulla moralità dei personaggi e sulla realtà di alcuni rapporti, spero di uscire dalla sala con gli stessi dubbi, perché il libro chiarisce e non chiarisce. Mi auguro questo e che vada bene come gli altri film, me lo auguro da appassionata della saga», ha spiegato Levato. A proposito del cast Recchioni ha invece concluso: «È un cast molto intelligente, che punta sui volti della nuova generazione. Rachel Zegler è bravissima cantare e molto intensa nella recitazione come abbiamo visto in West Side Story: doveva essere già una diva, ma il film purtroppo è andato come è andato».
Foto: ©️ Tommaso Prinetti/Matteo Milillo/Best Movie Comics and Games
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