Sulla scia del celebrato “Risorgimento del cinema italiano”, proclamato in seguito al trionfo delle pellicole di Matteo Garrone e Paolo Sorrentino all’ultimo festival di Cannes, Gomorra e Il divo , il critico esperto nella cinematografia del Bel Paese Lee Marshal, ha stilato, di ritorno dal Festival di Venezia, una lista dei nostri dieci migliori titoli. A pubblicarla è il sito web del più grande network mondiale: la CNN (vai al link: http://edition.cnn.com/2008/SHOWBIZ/Movies/09/24/italianfilms.top10/index.html). In cima alla top ten c’è La strada di Federico Fellini, capolavoro indiscusso secondo Marshal che esclude (con orrore di Scorsese e Spielberg) i grandi film neorealisti di De Sica e Rossellini, e inserisce (con sorpresa generale) Caro diario di Nanni Moretti e Le conseguenze dell’amore di Paolo Sorrentino. Completano il podio Il conformista di Bertolucci e Ossessione di Visconti. Curiosa la presenza dello spaghetti western Per un pugno di dollari di Sergio Leone, applaudito da Quentin Tarantino. E dopo aver detto la loro, i critici della CNN hanno deciso di sondare anche i gusti del pubblico chiedendo ai lettori di commentare la scelta e proporre alternative. Le risposte non si sono fatte attendere e così hanno fatto la loro comparsa i titoli che hanno portato l’Italia all’Oscar, come La vita è bella (a grandissima richiesta), Mediterraneo e Nuovo cinema paradiso, e veri e propri must come La dolce vita e 8 ½ di Fellini, Novecento di Berolucci o ancora Divorzio all’italiana di Germi e Il sorpasso di Risi. Se la maggior parte delle pellicole invocate a gran voce dai lettori della CNN non desta stupore, non mancano anche le voci fuori dal coro che nominano Fantozzi di Luciano Salce (a dire il vero inserito lo scorso anno anche nella lista dei Cento Film da Salvare stilata da Fabio Ferzetti), La meglio gioventù di Giordana e Pane e tulipani di Soldini. E a dimostrazione del successo internazionale e dell’amore incondizionato dei fan della diva di Città di Castello qualcuno domanda infine “No Monica Bellucci films?”. E come si usa dire in questi casi “De gustibus…”
Al.Za.
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