La Gabbia (The Cage), mini serie Netflix in cinque episodi creata e diretta dal filmmaker francese Franck Gastambide, ha conquistato la numero uno della Top Ten e soprattutto l’interesse di un pubblico decisamente eterogeneo. La parabola di riscatto e rivincita dell’underdog Taylor Keita, interpretato da Melvin Boomer (e lo stesso Gastambide nella parte del suo coach, soprannominato Boss), ha infatti saputo catturare l’attenzione dei grandi appassionati di MMA, ma anche dell’audience generalista, grazie all’ottima scrittura del protagonista. Un giovane che di difficile non ha solo il passato ma anche il presente, pronto a cadere e rialzarsi molte volte sulla lunga strada verso un successo che, inizialmente, sembrerebbe più che altro un sogno. Un obiettivo molto al di là della sua portata, che pure continua a perseguire con la più assoluta determinazione, ispirato da miti di carne e celluloide come Rocky Balboa (Sylvester Stallone) e Adonis Creed (Michael B. Jordan). Ma cosa accade esattamente nel match finale del quinto e ultimo episodio, e cosa fa presumere per il futuro della serie?
Attenzione! L’articolo contiene SPOILER sul finale de La Gabbia
L’ultimo episodio della prima stagione de La Gabbia si conclude con un fondamentale cliffhanger, non prima di aver raggiunto la risoluzione di diverse linee narrative. Su entrambi i versanti, al protagonista Taylor toccherà sperimentare quel genere di ferita che Bunuel chiamava ” un tradimento inqualificabile”. Non di natura sentimentale né sessuale, eppure ampiamente in grado di spezzare in due una vita. Anzitutto, nel primo importante pay-off, Taylor scopre la cruda verità sulla natura, le macchinazioni e le insistenti richieste di denaro di sua madre. Se il ragazzo si è allenato duramente e ha anche corso dei rischi enormi pur di combattere fuori dal circuito ufficiale dell’MMA, procurandole così i 30mila euro che chiedeva, in pochi minuti si renderà conto di chi ha sempre avuto di fronte. Una donna capace di simulare i lividi e le abrasioni di un’aggressione pur di indurlo a credere di essere in grave pericolo, quando il suo scopo era solo fargli truccare e perdere un incontro, rubare il denaro della scommessa e rifarsi una vita con il nuovo fidanzato. Taylor stava cercando ancora la sua approvazione, avrebbe voluto che si dicesse finalmente fiera di lui e che assistesse al suo atteso match definitivo con Ibrahim Ibara (interpretato dal rapper francese di origini congolesi noto come Bosh). E quando la sorprende in procinto di scappare con la cassa, la donna usa il più sporco e manipolatorio degli espedienti, prima di uscire forse definitivamente dalla sua vita.
Se non ha mai avuto una vera e propria figura paterna, Taylor realizza brutalmente che non solo che sua madre l’ha ingannato, ma che si giustifica umiliandolo, rinfacciandogli di averlo dovuto crescere. Lo accusa di averla sempre fatta vergognare, mentre avrebbe sempre desiderato un figlio laureato, in grado di sostenerla economicamente. Non contenta, aggiunge perfino che senza il suo imbroglio, Taylor non sarebbe mai stato in grado di trovare il coraggio e affrontare efficacemente quei match, portandole finalmente quei soldi che semplicemente, dal suo punto di vista, le spettano di diritto. Incassato il colpo, il protagonista usa quella rabbia e quel dolore per affrontare il suo match definitivo, quello che cerca dall’inizio della serie. Nel primo episodio, infatti, lo conosciamo solo come un lottatore amatoriale, pronto a gettare letteralmente la spugna e rinunciare perfino al suo abbonamento in palestra. Di fronte all’arrogante ingresso in scena di Ibrahim, Taylor accetta a sorpresa l’offerta che nessuno intende più accettare: fare da sparring partner proprio a quel pessimo personaggio, noto a tutti per le sue violente scorrettezze . E ancor più a sorpresa, l’underdog in cui nessuno sembrava credere non solo lo affronta, ma vince nettamente quell’incontro, mentre i video dell’incontro diventano subito virali, lanciando il suo nome verso un’improvvisa notorietà.
Inizia così la rivalità tra Taylor e Ibrahim, espressione di due concezioni diametralmente opposte delle Arti Marziali Miste, e forse della vita stessa. Ma è importante sottolineare che quando il personaggio interpretato da Melvin Boomer ne La Gabbia ha già vinto il titolo e la cintura, vuole comunque arrivare al k.o. definitivo, mettendo l’avversario al tappeto, dimostrando a tutti che non ha prevalso grazie alla fortuna né al caso, ma in virtù del suo effettivo valore. In più, Taylor si sentiva in dovere di fare giustizia per il suo coach Boss, aggredito proprio dagli scagnozzi della cerchia di Ibrahim. Eppure, quando crediamo di essere di fronte al suo happy ending, la mini serie riserva al protagonista (e agli spettatori che si sono immedesimati nella sua tormentata parabola di riscatto) l’ultimo, inaspettato colpo di coda. Quando Taylor in teoria dovrebbe solo, finalmente festeggiare, c’è un altro personaggio ansioso di vederlo cadere, anche a costo della più bieca scorrettezza. Stiamo parlando di Niko (Antoine Simoni). Il protagonista lo chiama fratello, dimenticando forse che il falso amico aveva già tentato di ingannarlo e impedire che iniziasse una storia d’amore con Elena (Edwige Ahonto).
Quando Taylor dovrebbe effettuare i dovuti controlli anti doping, Niko chiede agli ispettori di lasciarlo festeggiare la sua prima grande vittoria. Peccato che il suo scopo sia solo riempire una bottiglietta d’acqua con le pasticche da lui stesso abitualmente usate. Taylor prende la bottiglia e beve senza il minimo sospetto. Il ragazzo lo abbraccia e vediamo perfino le sue dita sporche: sono le polveri delle compresse che deve aver abilmente, finemente triturato e disciolto nell’acqua. Ed è con questo cliffhanger che si chiude La Gabbia, in vista di una probabilissima (ma ancora non confermata) seconda stagione. Quando farà i test, Taylor risulterà irrimediabilmente positivo? La sua vittoria contro Ibrahim e il suo intero percorso verranno dunque invalidati, spazzando via mesi di allenamento e di lotta impari contro ogni sorta di difficoltà? Il senso della serie sarà che la bontà d’animo, la purezza e l’integrità del protagonista passeranno sempre per ingenuità, e che in un mondo spietato lo condanneranno alla sconfitta? O che la sua è una strada più rara, difficile e faticosa, magari perfino estenuante, ma che alla fine porta a un altro genere di vittoria?
In attesa della conferma della seconda stagione, diteci la vostra, come sempre, nei commenti.
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