Sembra percorrere orme molto vicine a quelle calcate da Matteo Garrone con il suo Reality, Paolo Sorrentino, nel suo nuovo film La grande bellezza. Questo almeno è quanto emerge dalla prima clip e dal primo teaser trailer, mostrati alle Giornate Professionali di Sorrento durante la presentazione del listino Medusa per il 2013.
La grande bellezza ha per protagonista uno scrittore ricco e famoso (Tony Servillo), ma bloccato da anni al suo ultimo romanzo di successo. Nel teaser trailer lo vediamo di spalle passeggiare per Roma all’alba, con in sottofondo un canto gregoriano. La città è fotografata con accenti di grande lirismo, tra prospettive aeree e giochi di luce. Non c’è altro.
Nella clip, invece, su una grande terrazza del centro di Roma va in scena una rumorosa festa danzante, accompagnata da una cacofonia di suoni contrastanti, con la voce di Raffaella Carrà (Com’è bello far l’amore remixata in versione dance) che si mischia ai caroselli di un’orchestrina messicana. L’obiettivo è quello di scattare una fotografia realistica e al contempo grottesca dell’alta società capitolina, tra ballerine seminude, attoruncoli vanitosi, pennivendoli in cerca d’un lavoro, soubrette di mezza età disperatamente esibizioniste (vediamo una Serena Grandi ai limiti dell’obesità sgusciare fuori da una gigantesca torta), nani ubriachi, e donnette invidiose con la lingua biforcuta. La sequenza è straniante e lunghissima, dieci minuti almeno, con la voce della Carrà che rimbomba costantemente nelle orecchie e un montaggio molto frammentato, che solo in certi momenti si concede panoramiche e carrelli più estetizzanti, quelli che solitamente fanno la cifra artistica di Sorrentino.
Alla fine, dal marasma di volti, corpi e suoni (cui partecipa anche Carlo Verdone, di cui scopriamo il look – occhialoni neri dalla montatura in plastica, baffetti corti e una orrida giacca violetta – e il fatto che purtroppo non ha affatto abbandonato per Sorrentino le sue classiche smorfiette da commediante in favore di una recitazione più naturalistica) emerge proprio Servillo, con una folta capigliatura bianca che gli parte poco sopra la fronte, pettinata all’indietro verso la nuca a forza di gel. Servillo è chiaramente l’attrazione della festa, forse addirittura il padrone di casa, e tutti lo circondano ammirati mentre lui infila letteralmente la lingua in bocca ad alcune delle ballerine che animano il party. Poi la sua voce fuori campo, in un breve monologo (che recita più o meno: “Quand’ero ragazzino e mi chiedevano quel era la cosa che preferivo, io rispondevo: l’odore delle case dei vecchi. Era destino che diventassi scrittore“), gli consente di introdurre il suo personaggio.
La scena ricorda, come anticipato, un’altro party danzante, quello visto in Reality di Garrone, non solo perché la discoteca viene rappresentata come l’epicentro del degrado culturale italiano, ma anche perché più in generale l’intento di Sorrentino, analogamente a quanto fatto da Garrone, sembra quello di volere associare per contrasto la bellezza dell’Italia (qui in particolare della Città Eterna), con la miserie umane di chi la abita, miserie strettamente legate ai vizi della contemporaneità. Quel che di certo cambia è il contesto di classe, che qui diventa l’alta borghesia delle cronache gossippare.
L’uscita del film è prevista per la primavera con il consueto, probabile passaggio a Cannes.
Foto: Getty Images
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