La scena clou di The Night of raccontata da Roberto Recchioni
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La lunga notte della grande serialità televisiva è quella di The Night of

La superba serie di HBO inizia con un pilot “programmatico” che semina falsi indizi e poi approda a una svolta inaspettata. Ecco perché forse siamo di fronte alla serie migliore dai tempi dei Soprano

La lunga notte della grande serialità televisiva è quella di The Night of

La superba serie di HBO inizia con un pilot “programmatico” che semina falsi indizi e poi approda a una svolta inaspettata. Ecco perché forse siamo di fronte alla serie migliore dai tempi dei Soprano

John Turturro e Riz Ahmed in THe Night of

Quando si parla di qualità e valori produttivi in ambito televisivo, la HBO è la migliore sulla piazza. E su questo non si discute. Del resto, sono quelli che hanno saputo realizzare serie come I Soprano, Six Feet Under, The Wire, Rome, Oz, Newsroom, Girls, Game of Thrones e molte, molte altre, e non sarebbe un’esagerazione dire che il rinascimento della televisione americana, quella grande rivoluzione culturale che da metà degli anni Novanta a oggi ci ha portati tutti a fruire di dosi sempre più massicce di serialità, sia in gran parte responsabilità del cable network di proprietà Time Warner. Ogni tanto però qualcuno se lo dimentica, e allora la HBO rinfresca la memoria a tutti quanti, producendo una serie come The Night of che, per farla molto breve, è la migliore opera televisiva dai tempi in cui Tony Soprano e la sua famiglia ci hanno salutato in quel ristorante nei sobborghi del New Jersey. E no, non sto esagerando.

The Night of nasce come remake made in USA di una già bella serie inglese, Criminal Justice, e riceve il “trattamento HBO”, che sostanzialmente consiste nel prendere due sceneggiatori del cinema, di quelli solidi e vecchia scuola, che sopportano poco le cazzate, i sensazionalismi e le scorciatoie narrative, che conoscono il mestiere alla perfezione e che non vedono l’ora di poterlo applicare senza le pastoie che spesso Hollywood impone in funzione di un maggiore appeal commerciale, e di affidare loro un cast di attori di talento cristallino. E alla regia? Ma uno degli sceneggiatori stessi, ovviamente, che si è già distinto come bravo regista e che, soprattutto, ha una visione chiarissima di cosa la miniserie debba rappresentare e come lo debba rappresentare. Gente brava, messa nelle migliori condizioni lavorative possibili, al servizio di una bella storia. Sembra una ricetta così semplice da replicare che viene da chiedersi come sia possibile che poi, in televisione (ma anche al cinema), arrivi così tanta spazzatura. Comunque sia, Richard Price (sceneggiatore) e Steven Zaillian (sceneggiatore e regista di tutti gli episodi tranne uno) reinventano e adattano la storia originale di Peter Moffat (senza stravolgerla ma dandole parecchie marce in più) e poi l’affidano ai volti e alle voci di John Turturro, Riz Ahmed, Michael K. Williams, Bill Camp, Jeannie Berlin e Sofia Black D’Elia (gente di poco talento, insomma…), alla meravigliosa fotografia di Charles Libin e al suggestivo score musicale di Jeff Russo. Il resto, come si suol dire, è storia. Storia della televisione, per essere precisi.

Raccontare una sola scena di The Night of è piuttosto complesso, sia per il fatto che, inevitabilmente, sarò costretto a spoilerare qualcosa, sia perché la miniserie ha una tale coesione, una tale organicità, che isolare un momento specifico non renderà mai giustizia al quadro complessivo. Detto questo, visto che non mi pagano per menare il can per l’aia, ci proverò lo stesso.

Interno notte. Nasir Khan, il giovane protagonista di tutta la storia, è seduto sulle scomode poltrone di una stazione di polizia (1). Ha i vestiti e le mani sporche del sangue di una ragazza trovata morta nel suo appartamento. Brutalmente accoltellata con un’arma da taglio che, guarda caso, si trova proprio nella tasca interna del giubbotto di Nasir. Ma il ragazzo non è in arresto, perché i poliziotti non sanno tutte queste cose. Hanno portato Nasir in centrale perché lo hanno fermato mentre era alla guida di un taxi in uno stato alterato. Quel giovane musulmano non è rilevante per il NYPD quella notte, perché i ragazzi in blu hanno una gatta ben più rognosa da pelare. Tra poco Nasir verrà rilasciato ma, prima, deve essere perquisito: è la procedura (2). E mentre i poliziotti fanno quello che devono fare, parlano, elencando tutti i dettagli dell’omicidio (3-4). «L’assassino se ne è andato chiamando un taxi», «No, era alla guida di un taxi». La poliziotta che sta perquisendo Nasir si irrigidisce. «Quante coltellate?», «Non le ho contate. Tante». La poliziotta sente qualcosa addosso a Nasir. «L’arma è stata rinvenuta?», «Non ancora. Gli agenti stanno passando al setaccio la casa, la strada, i cassonetti, le grate, i tombini. L’arma è lunga approssimativamente tredici centimetri, larga un centimetro e venti, e forse è seghettata». Esattamente identica a quella che la poliziotta sta tirando fuori dal giaccone di Nasir e che vediamo in primo piano… (5) Il detective sullo sfondo viene messo a fuoco e volge lo sguardo verso il coltello (6). Fine dei giochi. Crollo della tensione che fino a quel momento era stata tesa in maniera quasi insopportabile. È tutto finito: Nasir è in trappola.

La scena è mirabile perché per tutta la durata del primo episodio lo spettatore ha la percezione di stare assistendo all’inizio di un lungo e serrato racconto “tutto in una notte” in cui il protagonista dovrà sottrarsi alla legge, per riuscire a provare la sua estraneità al delitto di cui è accusato. E invece, con la per nulla scontata cattura di Nasir (non scontata se parliamo di meccanismo di genere, sia chiaro: in termini realistici era la cosa più naturale che potesse succedere) viene rivelato che la serie parlerà di altro e che sarà infinitamente più strutturata, complessa, profonda e ambiziosa di quanto ci si sarebbe potuti aspettare.

Una scena che, da sola, vale come un manifesto programmatico.

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Qui sotto la scena di Night of descritta, frame by frame, e il cofanetto della mini-serie Tv

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A-night-ofTHE NIGHT OF
Regia: 
Steven Zaillian, James Marsh Interpreti: John Turturro, Riz Ahmed, Michael K. Williams Distribuzione: Warner H.E. Formato: Dvd

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