La migliore serie tv Netflix di sempre non sarà mai completata
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La migliore serie tv Netflix di sempre non sarà mai completata

Non solo sarà ricordato come un eccellente show true crime, ma anche come uno dei più grandi “what-if” della televisione moderna

La migliore serie tv Netflix di sempre non sarà mai completata

Non solo sarà ricordato come un eccellente show true crime, ma anche come uno dei più grandi “what-if” della televisione moderna

Non tutte le storie trovano la loro conclusione, e alcune lasciano un segno proprio per questo. Tra le tante produzioni Netflix, una serie in particolare si è distinta come un capolavoro assoluto, capace di conquistare il pubblico e la critica. Eppure, il suo viaggio è destinato a restare per sempre incompleto.

Pochi show hanno saputo catturare l’attenzione del pubblico e della critica come Mindhunter. Creata da Joe Penhall, e prodotto da David Fincher e Charlize Theron, la serie è basata sul libro Mindhunter: Inside the FBI’s Elite Serial Crime Unit di John E. Douglas e Mark Olshaker. La trama segue due agenti dell’FBI e una psicologa impegnati nello sviluppo delle prime tecniche di profilazione criminale negli anni ’70. Con interpretazioni magistrali di Jonathan Groff, Holt McCallany e Anna Torv, Mindhunter è stata acclamata per la sua atmosfera inquietante, la scrittura raffinata e le performance straordinarie. Tuttavia, nonostante il successo, Netflix ha sospeso la serie dopo la seconda stagione nel 2019, lasciando i fan in attesa di una degna conclusione.

La cancellazione di Mindhunter ha sorpreso molti, dato il grande apprezzamento ricevuto. David Fincher ha attribuito la pausa alle richieste logoranti della produzione e al desiderio di concentrarsi su altri progetti. Tuttavia, si sono diffuse voci su problemi di budget e sulle nuove strategie di Netflix, orientate verso contenuti più accessibili. Nonostante ciò, la serie ha mantenuto una fedelissima fanbase, che spera in un ritorno anche a distanza di anni.

Mindhunter si distingue per il suo approccio meticoloso e realistico al genere true crime: Jonathan Groff interpreta Holden Ford, un agente ambizioso ma socialmente impacciato, mentre Holt McCallany è Bill Tench, un veterano pragmatico. Anna Torv, nei panni della dottoressa Wendy Carr, completa il trio con intelligenza e profondità emotiva. La dinamica tra i tre personaggi è proprio uno degli aspetti più affascinanti della serie, che esplora i lati più oscuri della psicologia umana.

L’influenza di David Fincher è evidente in ogni aspetto della produzione. La fotografia dai toni freddi, il ritmo ponderato e un sonoro tremendamente inquietante creano un’atmosfera unica. La serie, che mescola fatti storici e fiction, offre una prospettiva avvincente sulla nascita della profilazione criminale, evitando la spettacolarizzazione della violenza.

Anche se non vedrà mai una conclusione, Mindhunter ha lasciato un’impronta profonda sui fan del genere: in particolare, la rappresentazione dei serial killer, come Edmund Kemper interpretato da Cameron Britton, è stata lodata per l’autenticità e l’approccio lontano da ogni tipo di spettacolarizzazione, e l’attore è perfino arrivato a ottenere una nomination agli Emmy Awards.

La chiusura di Mindhunter ha lasciato molti interrogativi aperti, come il destino del BTK Killer e le tensioni nella vita personale di Tench. Nonostante le campagne dei fan per un revival, le probabilità di una terza stagione rimangono scarse. Mindhunter sarà ricordato non solo come un’eccellente serie true crime, ma anche come uno dei più grandi “what-if” della televisione moderna.

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Fonte: CBR

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