Lunedì 27 marzo si celebreranno i David di Donatello 2017, gli Oscar italiani. In pole position quanto a numero di nomination ci sono in particolare due film: La Pazza gioia e Indivisibili (ne hanno conquistate 17 a testa), entrambi molto belli e meritevoli di essere premiati dall’Ente David di Donatello nella magica notte presentata per il secondo anno di fila da Alessandro Cattelan. Anche se per noi La pazza di gioia, che potete trovare a noleggio su Infinity, ha diverse marce in più rispetto al suo principale antagonista.
Ecco quali:
Innanzitutto le sue due incredibili protagoniste: Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti. La prima, attrice di razza sia del cinema italiano che del cinema francese, offre qui un’intepretazione memorabile nei panni di Beatrice Morandini Valdirana, sedicente contessa affetta da mitomania e da una loquela inarrestabile; la seconda invece è la timida Donatella Morelli, ragazza tatuata e depressa di estrazione proletaria, a cui è stata tolta la custodia del figlio dato in affidamento a due coniugi. Le due si incontrano in un centro di recupero della Versilia e, nonostante le evidenti differenze caratteriali e di ceto, sviluppano una bella amicizia. In seguito, approfittando di una falla nel sistema di controllo, riescono a fuggire e si danno alla pazza gioia. Straordinaria l’alchimia tra queste due attrici, la prima già presente ne Il capitale umano di Virzì, la seconda musa e moglie del regista dai tempi di Tutta la vita davanti, alla prima collaborazione insieme sfoderano una sintonia che è la vera prima arma segreta del film, tanto che sono state spesso definite un po’ la versione italiana di Thelma & Louise.
I dialoghi di questa dramedy che oscilla tra ironia, on the road e momenti molto commoventi è frutto dello straordinario talento affabulatorio di Paolo Virzì. L’autore toscano, allievo di Scarpelli, si fa qui affiancare da Francesca Archibugi ed è straordinario come in poche battute e con due pennellate riesca a costruire un carattere. Il regista segue pervicacemente la strada della commedia classica all’italiana, quella dei vari Monicelli, Scola e Risi, continuando una tradizione che è quella più squisitamente nostrana per la capacità di miscelare al suo interno la lacrima e il sorriso.
La pazza gioia è uno dei pochi film italiani che racconta l’universo femminile con delicatezza, profonda empatia, dialoghi brillanti e umorismo. Ed è ancora più sorprendente che a scriverlo e dirigerlo sia stato un uomo. La complicità tra le due donne, la differenza notevole di personalità a volte stridenti, il non essere mai ridondante o troppo patetico o melenso, è un equilibrio proprio di chi ormai sa maneggiare con cura tematiche profonde.
Non è la prima volta che il cinema italiano affronta il tema del disagio psichico, della pazzia, ma questo film riesce a farlo con il giusto equilibrio di toni. Senza scivolare in una deriva angosciante, spesso divertendo e riuscendo anche a mostrare il contorno che circonda questo tipo di persone. Un equipe di collaboratori che spesso parteggiano per le pazienti e offrono un valido e prezioso sostegno, ma Virzì è bravo anche nel mettere in evidenza certe cecità del sistema, che omologa i pazienti e spesso fa più il loro male che il loro bene.
E per raccontare questo contorno così vitale c’era bisogno di attori bravi tanto quanto le protagoniste. E, infatti, al fianco della Bruni Tedeschi e della Ramazzotti spiccano bravi interpreti come Valentina Carnelutti (nella foto), nominata come miglior attrice non protagonista, ma anche Anna Galiena, Marco Messeri e Roberto Messini. Un collage di volti, caratteri e umanità diverse che entrando a contatto con le nostre due eroine diventano catalizzatori di reazioni chimiche sorprendenti.
Per farla breve, un film straordinario che merita di vince il David come miglior film, regia e interpreti, e di essere visto e rivisto.
Cosa aspettate? Correte a noleggiarlo su Infinity!
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