E non stiamo parlando di redshift o legge di Hubble: l’universo del titolo è quello di Star Wars, naturalmente, e non è semplice tracciare il percorso che tutta la mitologia collaterale alla saga ha compiuto negli anni. Quella di Guerre stellari è quasi certamente il primo franchise della storia del cinema – non ce ne vogliano dunque i trekkers, il cui canone è nato in tv – a espandersi ben oltre i confini segnati dai primi tre film; di sicuro è il primo caso certificato di fandom che contribuisce alla creazione di un canone coerente e ricco abbastanza da convincere il detentore dei diritti (Lucas, ovviamente) ad assimilarlo alle uscite ufficiali.
Nasce tutto tra il primo e il secondo film, con la pubblicazione del romanzo Splinter of the Mind’s Eye di Alan Dean Foster: spin-off di Una nuova speranza, scritto a partire da un primo draft scartato di quella sceneggiatura, è il primo passo verso la “canonizzazione” dei lavori non ufficiali che ruotano intorno a Star Wars. Quello decisivo arrivò solo nel 1987, a quattro anni da Il ritorno dello Jedi e dopo che decine di romanzi e fumetti legati a Star Wars erano stati già pubblicati e ignorati da Lucas; l’87 è infatti l’anno in cui la West End Games pubblica il gioco di ruolo di Star Wars, opera ricca di dettagli relativi ai film ma che, per reggersi sulle proprie gambe, aveva bisogno di una consistente dose di quella che gli inglesi chiamano backstory. Il successo del GdR portò poi all’uscita della trilogia di Thrawn di Timothy Zahn e all’acquisizione dei diritti per i fumetti di Star Wars da parte della Dark Horse. È il vaso di Pandora che si apre: escono romanzi, videogiochi, enciclopedie, qualsiasi cosa vi venga in mente che possa raccontare nuove storie ambientate nell’universo di Star Wars – ivi compresi gli spin-off dedicati agli Ewoks, enorme pomo della discordia tra i fan della saga.
Al punto che lo stesso Lucas è costretto a riportare la situazione sotto controllo: prima vietando la pubblicazione di storie dell’Universo Espanso (questo il nome ufficiale del canone non ufficiale diventato ufficiale grazie a Lucas – chiaro, no?) che fossero precedenti a Episodio IV – precauzione necessaria per evitare sovrapposizioni con i sequel che sarebbero usciti di lì a poco –, poi rilasciando addirittura questa dichiarazione:
We have what we call Canon, which is the screenplays, novelizations, and other works that are directly tied into continuity, and then there are a lot of marginal things, like the old Marvel Comics series, that we don’t really try to work into the continuity when we’re planning new projects. Even the LucasArts interactive games have a premise, a backstory with player characters that we’re trying to tie into the overall continuity. It is sort of a godlike undertaking. We are creating this universe as we go along, but somebody has to keep his finger on everything that came before.
Queste le parole di Allan Kausch, al tempo supervisore della continuità interna all’universo di Star Wars. Si cominciava a fare sul serio, insomma.
[una lista completa di tutto ciò che riguarda l’universo espanso la trovate su Wikipedia, oppure spulciando la Wiki ufficiale di Star Wars, Wookiepedia] © RIPRODUZIONE RISERVATA