Siamo dunque al 1999, anno di svolta per il nuovo millennio ma anche per la saga di Star Wars, che finalmente torna al cinema per raccontare quelle storie che George Lucas aveva solo accennato facendo cominciare la sua saga dall’Episodio IV. Episodio I: La minaccia fantasma è un ritorno in grande stile all’universo di Guerre stellari, ed essendo ambientato durante l’infanzia del futuro Darth Vader vede una rivoluzione completa nel cast: Anakin alias Darth è il piccolo Jake Lloyd (il belloccio e inespressivo Hayden Christensen si vedrà a partire dal secondo capitolo), la bella di turno è la principessa Padme (Natalie Portman, ma anche Keira Knightley a farle da controfigura), facciamo la conoscenza dei Jedi Mace Windu (Samuel L. Jackson) e Qui-Gon Jinn (Liam Neeson), e pure di un giovane Obi-Wan Kenobi (Ewan McGregor), forse il vero protagonista di questa nuova trilogia. Lucas introduce anche i Sith, i “Jedi cattivi” il cui nome è tratto dai romanzi di John Carter e che fungeranno da antagonisti per tutta la trilogia.
E poi, ovviamente, ci sono le due pietre della discordia: Jar Jar Binks e la CGI. Il primo è il tentativo di creare un nuovo personaggio quasi-comico, sulla linea – forse – di Chewbacca ma senza la sua personalità e presenza. Jar Jar è antipatico ai limiti dell’odioso, inutile ai fini della trama ed è, soprattutto, una creatura in CGI che “stacca” in maniera netta dal resto del film. L’integrazione tra lui (e le altre creature in computer grafica), i set in green screen e i personaggi veri è uno dei grossi punti deboli di Episodio I e di tutta la trilogia, fattore che contribuirà a creare una divisione netta tra i fan di Star Wars. Da un lato gli aficionados della prima ora, che trovano i nuovi film un insulto alla memoria della saga e un pasticcio di sceneggiatura, regia, tono e realizzazione. Dall’altro chi Star Wars lo scopre grazie a Ewan McGregor, e trova quindi che i vecchi film sembrino troppo “vecchi” e amatoriali rispetto allo splendore produttivo della nuova trilogia. La verità, probabilmente, sta nel mezzo, ma è impossibile non notare come, a fronte di un miglioramento tecnico, Episodio I (e i due successivi) soffra di difetti di scrittura troppo grossi per essere ignorati. Che Lucas stia cominciando davvero a pensare solo ai soldi?
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