La storia infinita, l’amato film fantasy diretto da Wolfgang Peterse nel 1984 e tratto dall’omonimo romanzo per ragazzi di Michael Ende, è ancora oggi uno dei cult cinematografici più amati non solo da chi è stato bambino negli anni ’80 e ’90, ma anche da una nutrita schiera di nuovi fan che hanno riscoperto le avventure di Sebastian e Atreyu nei decenni successivi.
Oltre che per la sua emozionante storia, la quale è una vera e propria lettera d’amore alla forza della fantasia e all’immaginazione, La storia infinita è diventato celebre anche per una scena decisamente straziante, ovvero quella della morte di Artax, il cavallo di Atreyu. Impegnati ad attraversare le Paludi della tristezza, Artax finisce per essere sopraffatto dalla disperazione e dalla depressione, lasciandosi così sprofondare nelle sabbie mobili nonostante gli sforzi di Atreyu.
Nel corso degli anni tale sequenza è finita al centro di una diceria diffusasi poi a macchia d’olio secondo la quale il cavallo che ha interpretato Artax sarebbe realmente deceduto durante la realizzazione della scena. Ma come sono andate veramente le cose?
La realizzazione della morte di Artax ha richiesto il coinvolgimento di due cavalli quasi identici i quali sono stati sottoposti ad un addestramento specifico per ben sette settimane al fine di farli abituare ad essere immersi gradualmente fino alla testa. L’interessante retroscena era stato spiegato dallo stesso Wolfgang Petersen in un’intervista per Entertainment Weekly, il quale ha raccontato quanto segue:
«Il cavallo non è morto veramente, nonostante quello che è stato detto nel corso degli anni. Prima di tutto, abbiamo usato due cavalli bianchi identici per interpretare Artax. Erano davvero belli. Sono stati addestrati per molto, molto tempo da un addestratore di cavalli professionista per portare a termine questo compito quasi impossibile per un cavallo che, senza alcuna resistenza, avrebbe dovuto affondare lentamente nel fango fino alla testa. Non fin sopra la testa, nessun cavallo avrebbe mai concesso questo. Ci sono voluti mesi per addestrarli. Mi chiedono sempre di questa dicerie, e le voci non sono vere. Nel film, non si vede mai la testa del cavallo andare giù nel fango. Inoltre, avendo due cavalli, li abbiamo alternati nella scena mentre l’altro poteva rilassarsi.»
Un’ulteriore conferma della falsità della reale morte del cavallo è stata poi regalata da Noah Hathaway, interprete del giovanissimo Atreyu, il quale ha aggiunto: «Il vero cavallo non è mai morto. Sono stati più attenti con quel cavallo che con me! Mi sono fatto molto più male io. Il cavallo è stato sicuramente curato bene.»
L’attore nel corso degli anni ha inoltre svelato il destino di uno dei cavalli dopo le riprese del film:
«Mi hanno dato uno dei cavalli e una sella come regalo di fine riprese. Ma avrebbe dovuto essere spedito, sterilizzato e tutto il resto, così ho lasciato il cavallo in Germania con la mia controfigura di equitazione. Ha avuto il cavallo per più di vent’anni. Mi ha inviato un’e-mail circa dieci anni fa per farmi sapere che il cavallo non c’era più. Ha avuto una vita bella e meravigliosa. Avevano una stalla e un ranch in Germania.»
A che voi siete rimasti traumatizzati dalla morte di Artax? Fatecelo sapere nei commenti!
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Fonte: CBR
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