«L'arte deve opporsi alla deriva fascista»: Francis Ford Coppola svela l'enigma di Megalopolis a Cannes 77
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«L’arte deve opporsi alla deriva fascista»: Francis Ford Coppola svela l’enigma di Megalopolis a Cannes 77

Il regista di Il padrino e Apocalypse Now ha presentato alla stampa il kolossal sci-fi con Adam Driver, destinato a diventare uno dei titoli più divisivi della stagione 2024

«L’arte deve opporsi alla deriva fascista»: Francis Ford Coppola svela l’enigma di Megalopolis a Cannes 77

Il regista di Il padrino e Apocalypse Now ha presentato alla stampa il kolossal sci-fi con Adam Driver, destinato a diventare uno dei titoli più divisivi della stagione 2024

Megalopolis Cannes

È ufficialmente il film più divisivo di Cannes 77: parliamo ovviamente di Megalopolis [QUI LA NOSTRA RECENSIONE], l’ultimo ambizioso lavoro del leggendario regista Francis Ford Coppola, che lo ha presentato oggi, 17 maggio, alla stampa, accompagnato dal suo cast stellare, composto – tra gli altri – da Adam Driver, Aubrey Plaza, Giancarlo Esposito, Laurence Fishburne e Jon Voight

Il kolossal, come noto, ha radici lontane e una storia travagliata. Coppola ha iniziato a lavorare alla sceneggiatura addirittura nel 1980, portandosi dietro questo passion project per decenni, in attesa di tempi migliori. Infine, nessun produttore ha voluto crederci e il regista è stato costretto a sborsare 120 milioni di dollari di tasca propria, pur di vederlo finalmente sul grande schermo. 

Una vicenda su cui l’autore di Megalopolis non si è tirato indietro in conferenza stampa, criticando aspramente lo studio system attuale: «Temo che l’industria del cinema oggi sia composta da persone che vengono assunte per pagare i debiti, perché gli studi sono in enorme, enorme debito. Il loro lavoro, in pratica, non è più quello di fare buoni film, ma di assicurarsi che quei debiti siano pagati. Ovviamente, nuove aziende come Amazon, Apple e Microsoft hanno moltissimi soldi. Perciò è possibile che gli studi che abbiamo sempre conosciuto cessino di esistere in futuro».

(Photo by Victor Boyko/Getty Images)

La pellicola, che mescola riferimenti all’antica Roma e distopia, ha letteralmente spaccato in due il pubblico e la critica di Cannes 2024. Dopo la première di martedì, ha ricevuto una standing ovation di ben sette minuti, ma già nelle ore successive sono emersi online dubbi, discussioni e perplessità. Uno dei personaggi più controversi è sicuramente quello interpretato da Shia LaBeouf, una figura definita “trumpiana” che talvolta veste in drag.

Interrogato a proposito nel corso della presentazione, Coppola non ha nascosto il riferimento alla complessa situazione politica americana: «Volevo realizzare una storia epica ispirata all’antica Roma e ambientata nella moderna America. Non avevo idea che la politica contemporanea avrebbe reso il film così attuale. Ciò che sta succedendo oggi nella nostra repubblica è esattamente identico al modo in cui Roma ha perso la sua, di repubblica, migliaia di anni fa. La politica ha fatto sì che la democrazia fosse in pericolo, e non saranno i politici a darci le risposte, saranno gli artisti americani».

Megalopolis è dunque un riferimento diretto dalla figura di Trump? Secondo il regista: «Donald Trump non è al potere al momento, ma in tutto il mondo c’è un trend che tende verso la nuova destra, se non addirittura verso la tradizione fascista, il che è preoccupante. Tutti coloro che hanno vissuto durante la Seconda Guerra Mondiale hanno visto con i propri occhi l’orrore e nessuno vuole che si ripeta. Io credo che il ruolo dell’artista e dei film sia quello di essere un faro, di fare luce su ciò che sta accadendo nel mondo».

Fonte: Variety
Photo by Andreas Rentz/Getty Images

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