Lasciarsi un giorno a Roma: la conferenza stampa con Edoardo Leo, regista del film targato Sky Original
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Lasciarsi un giorno a Roma: la conferenza stampa con Edoardo Leo, regista del film targato Sky Original

Le parole del cast e del regista nel corso della presentazione del film, dall'1 gennaio su Sky e NowTV

Lasciarsi un giorno a Roma: la conferenza stampa con Edoardo Leo, regista del film targato Sky Original

Le parole del cast e del regista nel corso della presentazione del film, dall'1 gennaio su Sky e NowTV

Lasciarsi un giorno a Roma

Tommaso (Edoardo Leo) trascina la sua esistenza senza troppa convinzione; non guida l’auto, non prende mai una decisione e lascia che siano gli altri a condurre la sua vita. Perfino il lavoro è messo alla prova, in quanto la casa editrice che pubblica il suo libro vorrebbe un happy ending per l’opera che lui non vuole assolutamente concedere. L’unica certezza che ha insomma è rappresentata dalla relazione con Zoe (Marta Nieto), con cui affronta ogni difficoltà da dieci anni. Scopre tuttavia che lei non prova più le stesse cose e a quel punto dovrà fare i conti con un capitolo tra i più complessi della propria vita, affrontare la fine di una storia d’amore. Queste sono le premesse di Lasciarsi un giorno a Roma, quarto film di Edoardo Leo dietro la macchina da presa, delicata analisi delle difficoltà che la fine di un amore comporta, soprattutto quando si cerca di far soffrire il meno possibile il proprio partner.

Lasciarsi un giorno a Roma

Proprio da questo tema è voluto partire il regista, spiegando proprio il meccanismo che si è innescato quando ha iniziato a stendere la sceneggiatura, partendo dal contesto storico che in questo momento stiamo vivendo:

«Ognuno di noi si rispecchia in uno dei quattro personaggi dal momento che tutti abbiamo lasciato o siamo stati lasciati. È un passaggio che chiunque ha vissuto e ho notato sempre di più, soprattutto nella mia generazione, che c’è quel momento in cui c’è il rischio di farsi questa domanda, cioè se è il caso di andare avanti e passare tutta la vita con la persona che hai accanto oppure fare il punto della situazione. E credo che quello che è successo con il lockdown, la convivenza forzata e che la mancanza di comunicazione in una coppia, abbia accelerato questo meccanismo di confronto tra uomo e donna. Quindi ho provato ad indagare dentro questo sentimento e dentro le pieghe della difficoltà di separarsi quando c’è più paura di lasciarsi che di stare insieme».

Subito dopo è arrivato ad uno degli aspetti più interessanti del film, la scrittura dei personaggi femminili e Leo lo ha fatto soffermandosi più volte su come abbia chiesto aiuto alle donne presenti nel cast per dare una visione il più possibile concreta e realistica:

«Ci tengo a dire che ho un modo molto particolare di scrivere. Non finisco la sceneggiatura e poi cerco gli attori ma arrivo fino al 60%, trovo gli interpreti e con loro cerco di completare la stesura. E quindi voglio ringraziare gli attori perché sono davvero entrati nel progetto. Ho fatto lunghe chiacchierate con Marta Nieto prima di stendere la sceneggiatura definitiva; ho chiesto come in Spagna vedevano il ruolo della donna e come rappresentare un ruolo di donna forte e femminile. Con Claudia abbiamo parlato a lungo e grazie alla sua esperienza di donna e di attrice abbiamo realizzato il ruolo del sindaco che non fosse solo di una persona dedita al lavoro ma anche molto materna. Ecco, queste lunghe discussioni sono entrate nel film, ringrazio tutti per essersi messi in gioco».

Queste parole hanno anticipato l’intervento di Marta Nieto, che si è concentrata sull’analisi del suo personaggio, anche in questo caso molto ambizioso e forte, parlando soprattutto delle sfide che ha dovuto affrontare nel corso della storia:

«Dal mio personaggio ho imparato moltissimo e non solo per le conversazioni che abbiamo avuto con Leo, ma perché abbiamo costruito insieme questa donna che è complessa e femminista. Una donna ambiziosa, che ama il su lavoro, ed indipendente ma allo stesso tempo anche sensibile alle prese con questa grande sfida che si presenta nella storia. Lei lo ama ancora ma non vuole più stare con lui; alla fine affronta questa realtà e impara anche a guardare negli occhi l’altro e a rendersi conto che sta fuggendo da questa situazione e potrebbe continuare a farlo ma è meglio affrontarla».

La parola è poi passata a Claudia Gerini, che nel film interpreta una delle amiche del gruppo di Tommaso e che ricopre un ruolo molto complesso; Elena è infatti il sindaco di Roma e questo la porta molto spesso ad essere lontana dalla propria famiglia, dettaglio che crea non pochi problemi con il marito Umberto in quanto spesso diventa difficile dividersi tra lavoro e affetti. Il suo personaggio in tal senso diventa vero e proprio simbolo di questa delicata lotta per trovare un equilibrio tra le due realtà:

«Questo è un film rivoluzionario secondo me perché le figure femminili vengono raccontate in modo molto contemporaneo, con tutte le fragilità che comporta essere forti e ambiziose. È difficile vedere pellicole dove queste figure femminili sono equiparate davvero a quelle maschili, anche con tutta la catastrofe che ne viene, senza paura di raccontare le grandi difficoltà. Volevamo proporre una donna forte, che non ha tempo di coprire perfettamente il ruolo di “angelo del focolare” e siamo anche andati oltre. È per questo che è un film di grande contemporaneità, che racconta delle donne che non possono aspettare che un uomo capisca questo aspetto».

Lasciarsi un giorno a Roma

Su questo processo di trasformazione della mentalità maschile è intervenuto infine il co-protagonista maschile, Stefano Fresi:

«È assolutamente un processo evolutivo necessario perché cambiano le persone e l’ambiente intorno a loro. Se uno non si adegua a questi cambiamenti mettendo in gioco le proprie scelte e idee credo che vada contro natura. Qui la moglie è il sindaco di Roma ed ha già un milione di responsabilità. Essendo poi una politica è anche un bersaglio, se tu ti metti a sparare anche da un’altra angolazione resta un bersaglio e invece devi fare scudo. Il processo che Umberto fa per arrivare a capire questo è un po’ faticoso ma necessario. Ci si può distrarre, è la vita, ma poi si rinsavisce e si ricostruiscono i rapporti».

Lasciarsi un giorno a Roma è dunque un progetto corale non solo per la presenza di diversi protagonisti all’interno della storia, quanto perché tutti gli interpreti si sono messi in gioco anche proponendo il proprio punto di vista al fine di realizzare una sceneggiatura che fosse completa e realistica rispetto alle trasformazioni sociali che si sono innescate negli ultimi anni. Un progetto semplice ma non banale, che parla di sentimenti e della difficoltà di relazionarsi con il prossimo; ma questo rappresenta solo la punta dell’iceberg di un lavoro che parla soprattutto del ruolo femminile nella società contemporanea e delle difficoltà che ancora oggi le donne devono affrontare per riuscire ad affermarsi.

Il film – scritto, diretto e interpretato da Edoardo Leo – sarà distribuito a partire dall’1 gennaio su Sky Cinema, mentre la produzione è stata affidata a Fulvio e Federica Lucisano per Italian International Film in collaborazione con Vision Distribution.

Foto: Vision Distribution

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