Il produttore di The Hurt Locker bara agli Oscar
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Il produttore di The Hurt Locker bara agli Oscar

Sotto accusa Nicholas Chartier, produttore di The hurt locker, per aver cercato di condizionare i votanti dell'Academy denigrando il suo colossale antagonista Avatar

Il produttore di The Hurt Locker bara agli Oscar

Sotto accusa Nicholas Chartier, produttore di The hurt locker, per aver cercato di condizionare i votanti dell'Academy denigrando il suo colossale antagonista Avatar

Totò svegliava i vicini di casa al grido “Vota Antonio La Trippa” ne Gli onorevoli del 1963, Nicholas Chartier, uno dei quattro produttori di The Hurt Locker, ha invece trovato un modo più moderno, ma poco corretto, di fare campagna elettorale per la sua pellicola candidata all’Oscar come miglior film. Lo zelante produttore ha mandato infatti una serie di email (la prima inviata il 19 febbraio), ai membri dell’Academy suggerendo di votare per The Hurt Locker (nella foto Jeremy Renner, protagonista del film) e non per un film da 500 milioni dollari (non troppo velato riferimento ad Avatar).  Nelle successive mail Chartier è andato ancora più nello specifico consigliando ai votanti di assegnare al film diretto da Kathryn Bigelow la prima preferenza e ad Avatar la decima ed ultima. La strategia non è, però, piaciuta all’Academy che nelle sue regole vieta chiaramente di promuovere un film mettendone in cattiva luce un altro. A fregarlo sarebbero state in particolare le mail inviate (probabilmente per sbaglio) ai suoi rivali di Bastardi senza gloria e dello stesso Avatar. Secondo CBC si starebbe pensando ad una sanzione per Chartier che potrebbe andare da una pubblica censura del gesto al ritiro dell’invito a partecipare alla cerimonia di premiazione. Difficilmente correrà rischi il film, candidato a 9 statuette, che racconta le avventure della squadra speciale Bravo Company in Iraq. La casa di distribuzione, la Summit Entertainment, si è dichiarata completamente all’oscuro della faccenda e lo stesso Chartier ha capito in fretta di averla combinata grossa ed è corso ai ripari: «Si tratta della mia prima nomination», si è giustificato, «e non conoscevo le regole, ma so che questa non è una scusa. La mia ingenuità mi ha portato a compiere un gesto del quale ora mi pento. Ottenere una nomination è un grandissimo onore e avrei dovuto almeno impararne le regole». Questo mea culpa sarà sufficiente a rendere più clementi i membri dell’Academy?

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