Sceneggiato da Marc Cherry (produttore di Desperate Housewives), e prodotto da Eva Longoria, Devious Maids si preannuncia già come erede designato delle casalinghe disperate. La lotta di classe fra la borghesia hollywoodiana e le colf ispaniche è portata in tavola in salsa piccante, arricchita dai giusti condimenti: omicidi, analisi sociale e una buona dose di sano divertimento.
La storia è ispirata alla telenovela messicana Ellas son la Alegría del Hogar ed è incentrata su un gruppo di colf legate fra loro dall’universo melodrammatico che unisce i proprietari delle case in cui prestano servizio. In particolare Carmen (Roselyn Sanchez) è un’aspirante cantante che spera di sfondare nel mondo del pop grazie all’aiuto del suo capo, mentre Valentina (Edy Ganem) è innamorata del figlio della datrice di lavoro di sua madre, una ricchissima signora di Beverly Hills. Protagoniste insieme alla Sanchez e alla Ganem, altre quattro cameriere di origine ispanica, che si ritroveranno coinvolte nelle avventure di questa dramedy dalle sfumature thriller. Il serial andrà in onda su Fox Italia da ottobre.
Nell’ambito del Roma Fiction Fest, per presentare Devious Maids al pubblico e alla stampa, sono intervenute proprio Roselyn Sanchez e Edy Ganem. Le abbiamo incontrate.
Fuori dal set, nella vita reale, siete “casalinghe disperate”?
Roselyn Sanchez: Sono sicuramente una donna di casa, anche se odio cucinare. Ma ho un figlio piccolo di neanche due anni, e quindi devo sforzarmi e preparare da mangiare.
Edy Ganem: Sicuramente è più facile sapersi organizzare con la cucina, perché non si può andare sempre fuori a cena. Personalmente odio fare le pulizie, ma anche se non mi piace farlo ci si deve arrangiare in qualche modo in casa.
Quale marcia in più ha una serie televisiva tutta al femminile come Devious Maids?
EG: Rispetto alle altre serie televisive con un cast tutto al femminile, queste cinque donne latino-americane sono forti e hanno un obiettivo in mente, che vogliono raggiungere a tutti i costi. È questo secondo me il valore aggiunto e la differenza con le altre serie.
RS: Sicuramente è un’ottima possibilità di mettere in vetrina la vita di queste donne, attraverso storie universali in cui chiunque può identificarsi. Credo che molte donne si possano rispecchiare in loro.
Com’è lavorare con l’ideatore della serie, Marc Cherry?
RS: È molto esigente, vuole sempre il meglio da noi. Ci mette sotto pressione ma è una pressione positiva e una sfida piacevole. Non c’è spazio per quella pigrizia tipica che potrebbe sopraggiungere quando interpreti un personaggio per tante stagioni. Lui ha un approccio quasi clinico alla recitazione.
EG: La sua caratteristica è che se abbiamo incertezze sulle battute, o vogliamo aggiungere o togliere qualcosa che non va bene secondo il nostro punto di vista, dobbiamo decidere e parlare con lui prima di andare sul set, mai durante le riprese. Con questo non voglio dire che sia un mostro! Anzi! È molto gentile ma si aspetta responsabilità dalle sue attrici. Ed è una persona davvero molto dolce per ciò che concerne il resto.
Quale è la cosa più sorprendente nel recitare in una serie di media lunghezza, composta cioè da tredici episodi a stagione, come Devious Maids?
RS: Io personalmente sono abituata alle serie da 24 puntate, che comportano dagli otto ai nove mesi di produzione. Le tredici puntante delle serie via cavo come questa sono più rinfrescanti e rinvigorenti, perché puoi curare la recitazione e contemporaneamente hai possibilità di occuparti anche di altri progetti. D’altro canto noi attori amiamo la stabilità e non fare troppi provini, quindi spero che la serie possa andare avanti almeno per cinque stagioni!
Ciò che si evince da Devious Maids è l’immagine spietata dell’alta società di Beverly Hills. Quest’immagine che se ne ricava secondo voi corrisponde alla realtà?
RS: In qualche modo c’è un riflesso della realtà, soprattutto della considerazione che hanno delle domestiche latino-americane. Marc ha voluto rappresentare e mettere in vetrina quello che la gente pensa, ma non dice. E secondo me c’è riuscito benissimo.
EG: C’è una caricatura in come viene presentata la storia, ma un fondo di verità c’è. In Devious Maids la differenza è che ad essere caricature della realtà non sono gli indiani, le persone di colore o gli ispanici, ma i personaggi bianchi!
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