Le Livre des solutions a Cannes 2023: la recensione del film di Michel Gondry
telegram

Le Livre des solutions a Cannes 2023: la recensione del film di Michel Gondry

Il regista di Eternal Sunshine of the Spotless Mind torna con un film incentrato su un regista che versa in una inarrestabile anarchia creativa

Le Livre des solutions a Cannes 2023: la recensione del film di Michel Gondry

Il regista di Eternal Sunshine of the Spotless Mind torna con un film incentrato su un regista che versa in una inarrestabile anarchia creativa

Cannes_Le-Livre

Non occorre fare ogni volta l’elenco, ma negli ultimi due anni sono aumentati esponenzialmente gli autori che attraverso il cinema raccontano e mettono in scena sé stessi, in forme che vanno dall’autobiografia romanzata, all’allegoria, alla commedia politica e sociale. A questo Festival di Cannes lo hanno fatto naturalmente Moretti e, ora scopriamo, anche Michel Gondry, il cui film è per molti versi sorprendentemente simile proprio a quello di Moretti. In Le Livre des solutions, come in Il sol dell’avvenire, il protagonista è un regista dall’umore instabile e dalle molte nevrosi, che fa uso di psicofarmaci e che è in perenne lotta contro un sistema produttivo che tenta in tutti i modi di piegare la creatività alle proprie esigenze industriali. Non solo, tanto Moretti come Gondry usano una forma un po’ masochistica di sarcasmo e il registro surreale come chiave di accesso allo “stato politico” delle cose, e la frustrazione come benzina.

Qui la storia è quella di Marc, un regista che, dopo una disastrosa riunione con i finanziatori del suo nuovo lavoro, decide di scappare di nascosto, rubando i server su cui è contenuto il work in progress del film. Si rifugia così da una vecchia zia che abita in mezzo ai boschi e che gli offre spazio, fiducia e comprensione per proseguire con il suo lavoro. Con lui ci sono anche la fidata montatrice e una segretaria di produzione disposta ad accettare tutti i suoi capricci. Questo sparuto gruppo di tecnici e artisti si mette subito al lavoro, ma il problema è proprio Marc che, interrotto l’uso dei farmaci, diventa creativamente e caratterialmente ingovernabile. La sua anarchia funziona in entrambi i sensi: lo porta ad esempio a perdere intere giornate in giardino per girare un documentario su una formica (“Sempre la stessa?”, “Sì, sempre la stessa: quando va al bagno la blocca sotto un bicchiere”), ma anche a improvvisare un modo nuovo ed efficace di dirigere un’orchestra o a convincere Sting a suonare per il suo film. Alla fine qualcosa, tra innumerevoli idee assurde e sporadici colpi di genio, ne verrà fuori: per il cuore e per l’arte.

Le Livre des solutions è probabilmente il film più divertente di Gondry, e in un certo senso anche quello più onesto, quello in cui il metodo emerge più limpido: fa atterrare sulla stessa pista il suo senso dell’umorismo sbilenco, la sua “disperazione creativa” (già evidentissima, ad esempio, nella serie con Jim Carrey Kidding) e la sua sensibilità romantica, trovando una inaspettata fertilità. È la testimonianza non tanto di uno stallo d’ispirazione ormai in essere da qualche anno (e comunque innegabile) ma di come lo stallo, la stasi, siano anch’essi un luogo vitale della sua immaginazione. Ancora una volta, proprio come Moretti.

Leggi anche: Asteroid City a Cannes 76: la recensione del nuovo film di Wes Anderson

Leggi anche: Killers of the Flower Moon a Cannes 2023: la recensione del film di Martin Scorsese

Foto: Partizan Films

© RIPRODUZIONE RISERVATA