Christian Bale ha perso parecchi chili per impersonare il magrissimo Ken Miles, pilota e meccanico britannico che, insieme al preparatore Carroll Shelby (Matt Damon), ha contribuito forse più di ogni altro alla vittoria della Ford in quella mitica Le Mans del 1966. Bale ci racconta com’è stato calarsi in un personaggio molto particolare, un uomo dedito alle corse e consapevole di sfidare la morte ogni volta che infilava il casco.
Che cosa hai scoperto di particolare su Ken Miles mentre ti stavi preparando per questo ruolo?
«Ho letto diversi libri, ho parlato con suo figlio Peter e ho iniziato a realizzare e capire la storia che ha vissuto. Era nell’esercito, guidava uno dei carri armati durante il D-Day e ha combattuto per liberare Bergen Belsen, uno dei campi di concentramento nazisti nel nord della Germania. Essenzialmente si riteneva un meccanico, faceva tutto da solo, preparava da solo le auto con cui gareggiava ed era totalmente coinvolto in quello che faceva. Ma in tutto quello con cui si cimentava era un purista: non scendere mai a compromessi era una sua prerogativa, non aveva mai paura del confronto. Ha vinto un sacco di battaglie ma ha perso pure parecchie guerre. Finiva spesso con lo “spararsi sui piedi”: si era messo nei guai col fisco e potenzialmente avrebbe pure potuto perdere la casa. Sostanzialmente era un uomo senza filtri e questo spesso gli è costato caro. Nonostante tutto, si è sempre dimostrato un pilota di talento».
Come è nata l’amicizia tra Ken e Carrol Shelby?
«Miles ai tempi era uno che cercava di sbarcare il lunario e a un certo punto gli si presenta l’occasione della vita, ovvero incontra l’unico uomo sul pianeta intenzionato a scommettere tutto su di lui, Carroll Shelby appunto. Mi ha conquistato subito il rapporto di fraternità che si era creato tra i due, nonostante fossero persone molto diverse, condividevano lo stesso amore per le auto, la stessa passione, gli stessi obiettivi. Alla fine questo film è stata anche un’ottima occasione per raccontare un personaggio incredibile, oltre alla grande competizione e alle gare che ne fanno parte».
Che cosa ricordi di quando avete girato la scena in cui tu e Matt vi prendete a cazzotti sul ciglio della strada?
«La cosa divertente è stata che io arrivavo da parecchi film di Batman, mentre Matt ha imparato a combattere nei film di Jason Bourne e dovevamo invece prenderci a botte in un contesto assolutamente opposto. Tutti i combattimenti raccontano una storia, ma questo forse più di ogni altro. Alla fine sono due persone molto differenti che non si sopportano, ma non vogliono nemmeno farsi del male, così abbiamo iniziato a fare a pugni, ma si è trasformato in un momento imbarazzante perché faceva male davvero. Ai tempi in cui stavamo girando ero veramente magro, con due gambette da pollastro che spuntavano dagli shorts da ginnastica, Mentre Matt era decisamente più grosso, poteva tranquillamente portarmi sulle spalle. È stata una scena molto divertente da girare, sia per noi che per la crew».