Ha esordito nel 2018 partecipando a X Factor, ma quello è stato solo l’inizio per Leo Gassmann, ospite del Best Movie Comic and Games 2024. Dal talent show al Festival della Canzone Italiana il passo è stato breve: nel 2019 ha superato le selezioni di Sanremo Giovani, partecipando alla kermesse e vincendo nella categoria Nuove proposte. Strike è stato il suo primo album, il cui successo gli ha permesso di tornare sul palco dell’Ariston nel 2023, presentando il singolo Terzo cuore, pubblicato nel secondo disco La strada per Agartha. Parallelamente, il suo percorso musicale ha iniziato ad intrecciarsi con quello televisivo e cinematografico: la sua prima esperienza con la recitazione è passata in sala di doppiaggio, dove ha prestato la voce al personaggio di Guy Crood per il film I Croods 2, nel 2020.
«Mi godo più il percorso dei riconoscimenti, anche se sempre è bello essere riconosciuti, si fa questo mestiere anche un po’ per quello – esordisce Gassmann nel suo panel di oggi sul Main Stage di Via Tortona -. Riguardo la musica, la famiglia delle persone che mi seguono cresce sempre di più e c’è gente che fa dei viaggi assurdi per venire ai miei concerti, mentre sulla recitazione Califano è stato un bel punto di partenza, mi sono dovuto confrontare con verità molto profonde, che recitare porta spesso a enunciare. C’era molto di Franco in me e non se n’è mai andato, quando fai un personaggio ti rimane dentro per sempre».
A febbraio di quest’anno ha infatti debuttato su Rai 1 il film Califano, dedicato alla vita del celebre cantautore. Leo Gassmann ha interpretato proprio il protagonista: un progetto che ha rappresentato un punto d’incontro tra il cinema e la musica. Fresco del debutto del suo nuovo singolo, Take That, che si preannuncia già una hit estiva, è stato ospite a Best Movie Comics and Games per ricevere l’Award al Personaggio maschile dell’anno, il riconoscimento per una carriera in ascesa che promette ancora tanti successi.
«Spesso veniamo ricordati solo per gli errori che commettiamo, ma c’è molto di più. Califano era una persona sensibile ed empatica, che valorizzava l’amore e l’amicizia, si sentiva sempre inappropriato, come se stesse perdendo qualcosa, ed era sempre alla ricerca di emozioni nuove – spiega -. Questo sentimento mi appartiene e mi ci rivedo, anche se nella vita sono stato più fortunato di Franco: lui ha ricevuto più ingiustizie, io più cose belle, ma questo non mi ha impedito di sviluppare un’empatia particolare. Grazie a Franco ho imparato a volermi più bene e che a volte essere misurati è sufficiente. Prima facevo più smorfie, mentre Franco mi ha dato la possibilità di riflettere di più su obiettivi, sogni, paure».
Musica e recitazione per l’artista hanno molto più di un punto di contatto: «Nella recitazione, quando si verbalizza qualcosa perde forza. Vale anche per la musica: dietro una canzone scorrono tantissime emozioni e a volte le parole non bastano. Spesso vado a trovare sul set mio padre Alessandro sul set, anche perché facendo questo lavoro i momenti per stare insieme non sono molti. Sulla serie Un professore ha lavorato Alessandro D’Alatri, grande regista scomparso l’anno scorso, voleva una mia canzone, La mia libertà, per la prima stagione, ma non si è concretizzata la collaborazione, mentre nella seconda Alessandro Casale ha voluto un mio brano (Dammi un bacio ja, ndr) e stavolta è stato inserito».
Un professore particolare c’è stato anche nella vita di Leo Gassmann: una figura che ha segnato in profondità, come lui stesso racconta, i suoi studi ma anche il suo percorso di crescita liceale. «Il mio insegnante di filosofia del terzo anno del liceo classico, il professor Elio Sinisgalli, era straordinario, veniva sempre in classe col sorriso e ti faceva amare la filosofia e la storia, parlando sempre con tanta passione. Grazie lui ho capito l’importanza di studiare ogni giorno per migliorarsi e avere orizzonti più ampi, ma anche quant’è importante il ruolo dei professori, che a volte possono essere padri, amici, zii e sostituire le figure famigliari. Se fanno bene il loro lavoro hanno in mano il futuro del mondo e a volte è l’unica chance che i ragazzi hanno per sopravvivere e rendere il mondo un posto migliore».
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