Natalie Portman è pronta a tornare sul tappeto rosso del Festival di Cannes: non solo è protagonista del film di Todd Haynes, May December. L’evento è stato celebrato da una lunga intervista nella quale la star ha parlato anche di alcuni aspetti controversi legati al film che ha lanciato la sua carriera.
Parliamo ovviamente di Léon: The Professional, uscito nel 1994 per la regia di Luc Besson e interpretato oltre che dalla Portman dal divo francese Jean Reno e da Gary Oldman. È la storia di un sicario italoamericano che si ritrova sulla sua strada la giovanissima vicina di casa Mathilda, figlia di un uomo invischiato in traffici di droga e la cui famiglia viene massacrata. Tra i due nasce un rapporto d’affetto che spinge l’assassino a rischiare più volte la vita per metterla in salvo.
Per quella parte, decisiva per lanciare la sua carriera da attrice, Natalie Portman ha spesso rivelato di aver ricevuto alcune lettere sessualmente esplicite nonostante all’epoca avesse appena 13 anni. L’esperienza ha condizionato molto le sue successive scelte lavorative, portandola per esempio a rifiutare qualsiasi scena dai contenuti sessuali di fronte alla telecamera. Gli effetti si fanno sentire ancora oggi a quanto pare: durante l’intervista con The Hollywood Reporter, è tornata sugli aspetti più controversi di quel film – ancor più accentuati dalle pesantissime accuse di stupro lanciate contro Luc Besson nel corso degli ultimi anni.
Accuse che la Portman ha definito «devastanti», sottolineando di non aver mai avuto idea di nulla: «Non ne sapevo niente. Ero una bambina al lavoro. Ero un bambina. Ma non voglio dire niente che possa invalidare l’esperienza di qualcun altro» ha dichiarato. Subito dopo, le è stato chiesto qualcosa a proposito della percezione del suo personaggio in Léon e di come l’abbia condizionata da ragazza ed ha risposto così:
È un film che ancora oggi è molto amato, la gente me ne parla più di qualsiasi altra cosa che abbia fatto e mi ha dato la mia carriera, ma guardandolo adesso, c’è sicuramente qualcosa di a dir poco imbarazzante a riguardo, certi aspetti. Quindi sì, per me è complicato.
La sessualizzazione del suo giovanissimo personaggio, quindi, a suo giudizio è un elemento ancora più evidente al giorno d’oggi, negli anni in cui la cura e l’attenzione verso la rappresentazione del corpo femminile (specialmente in giovane età) è un argomento sensibile e sul quale la stessa Natalie Portman si è spesa in più occasioni, presentandosi in prima linea per il movimento Time’s Up per esempio. Sul fallimento del gruppo, la stessa attrice nell’intervista ha dichiarato:
È stato davvero straziante che Time’s Up si sia dissipato in quel modo. Penso che molte persone abbiano commesso errori, ma gli errori sono mortali per l’attivismo. Devi essere perfetto per pretendere il cambiamento che vuoi vedere, e non so, forse riconoscere tutta la nostra imperfezione come umani e dire che le persone possono fare qualcosa di sbagliato ed essere anche brave in qualcos’altro, avere un un po’ più di sfumature di grigio potrebbero effettivamente permetterci di fare più progressi. C’era qualcosa di così potente nel riunire donne con esperienze e condivisioni simili. E ne sono derivate così tante cose straordinarie che penso che quelle relazioni siano persistite e si siano trasformate in altri incredibili progetti, ma è ancora doloroso che Time’s Up non esista più com’era.
A proposito di Luc Besson e delle sue accuse, il suo nome è tornato recentemente di attualità per via dell’aggressione dell’ex moglie Maïwenn al giornalista fondatore del sito di notizie investigative Mediapart, “colpevole” di aver pubblicato il report in cui sono state riportate le diverse accuse di stupro nei confronti del regista. Anche lei sarà a Cannes, per presentare il film d’apertura Jeanne du Barry, con co-protagonista Johnny Depp.
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Foto: Getty Images – MovieStills
Fonte: THR
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